Molti pensano che fare i freelance sia un ripiego, magari perché non si trova lavoro, altri che sia una missione. Tu come ti poni?
Questo è il mio terzo anno da freelance e ho smesso di chiedermelo (mentre, all’inizio, ci ragionavo molto). Non ho smesso però di insistere, perché il fare un lavoro che continuo a scegliere mi costringe a riallinearmi con le mie esigenze, e a conoscere davvero quali sono. È semplice: dedicarti a un lavoro che mescola il coordinare progetti e fornitori, studiare contabilità, promuoverti, cercare nuovi clienti, mi entusiasma, e mi prosciuga. Mi permette quindi di capire cosa sto sacrificando, per cosa vorrei trovare il tempo, cosa mi manca: credo che la maggior parte dei freelance non smetta quasi mai di lavorare, e arrivi a una soglia in cui deve fare una scelta. Ecco, io amo fare questa scelta, che sia quella di continuare a lavorare o quella di rimandare perché ho voglia di andare a comprare le mele dalla bottega sotto casa.
Sapere a cosa voglio dedicarmi è un privilegio, farlo è una fortuna.
Trova un’immagine che rappresenti cos’è per te il freelancismo.
Una pizza tagliata a spicchi e pure un po’ audace (questa è con marmellata di albicocche, fiordilatte e patè di olive).
Per quanto il freelance sia uno, senza una rete va a tentoni: nel supporto di altri professionisti, nei pezzi di esperienza che tutti condividiamo in rete trovo nuovi stimoli, consigli, affermazioni, nuovi clienti. Lavori per te, magari nel tuo studio (o come me nella mia cucina) ma condividere quello che fai e ascoltare gli altri freelance è uno scambio vitale e necessario.
L’audacia la metto perché in qualche modo credo che ognuno debba trovare una strada unica per raccontarsi, per fare della sua immagine professionale la risposta ai bisogni di clienti e colleghi: per farlo serve un po’ di frizzicore, no?
[A proposito, per continuare con l’efficace metafora culinaria: Maricler ha scritto un frizzante ebook dal titolo “Ricette per un anno da freelance“, noi ve lo consigliamo vivamente.]
Come ti immagini il Freelancecamp? O se hai già partecipato, come te lo immaginavi e cosa hai portato a casa?
Quest’anno non riuscirò a esserci perché sarò impegnata al Salone del Libro con un mio cliente, e ogni volta che leggo Freelancecamp mi parte un sospirone rumoroso e umido: lì ho sempre trovato coraggio, spazi mentali nuovi, ritrovato amici e dato un volto a tante persone con cui chiacchiero tutti i giorni. Per chi venisse per la prima volta e non sapesse cosa aspettarsi, gli dico: è come entrare in una cucina in cui tutti hanno un ingrediente e un bicchiere in mano, se vuoi inventare un piatto mettiti in gioco e divertiti.
Qual è la tua Twitter bio? Ce la spieghi?
Freelance Digital PR ed eventi food. Scrivo di cibo online, amo mangiare offline.
GrammarGeisha. @FGDinner maker with @LaGonzi.
Primo, il lavoro: cosa faccio.
Poi, cosa amo: scrivere e mangiare, e ho aggiunto offline da quando ho smesso di collaborare con guide di ristoranti. Ora le cene sono semplicemente cene, che soprattutto quando sono con amici mi godo il più possibile col telefono in borsa.
GrammarGeisha è lì a ricordare quanto apprezzi il buon italiano, e quanto per me sia un parametro di selezione importante.
Poi: insieme a Francesca ho ideato e creato la Foodie Geek Dinner. Ora è ferma, ma magari tornerà a girare l’Italia.