Che lavoro fai?
Mettiamola così: il mio ruolo è essere al fianco delle aziende, aiutandole a fare le scelte giuste e supportandole nella gestione delle risorse di marketing. Collaboro soprattutto con le PMI, ma anche con piccole società e startup.
Di solito, propongo ai clienti di lavorare in 3 step:
- Analisi del mercato (qualitativa) per supportare il marketing/l’imprenditore/gli startupper nella comprensione dei clienti, di cosa desiderano e di come possono raggiungerli.
- Sviluppo del piano di marketing (più o meno strutturato a seconda della dimensione e delle reali esigenze) e aiuto nella composizione del team di comunicazione, se l’azienda non ha già il puzzle completo.
- Affiancamento e controllo con giornate in azienda, per guidare operativamente le risorse interne ed esterne all’execution della strategia, mescolando project management e formazione diretta.
Poi, faccio anche docenza in università, in particolare ad Urbino, dove ho un contratto integrativo alla didattica. È qui che ogni anno, quando entro in aula, mi tremano le gambe. Non ci si abitua mai a parlare davanti a un pubblico, soprattutto di studenti, perché sale ancora di più il senso di responsabilità. Uno sforzo ripagato dalla grande soddisfazione!
Lavori da freelance?
Sì.
Lavorare da freelance è stato (ed è) un obbligo o una scelta?
È stata una scelta convinta, fatta ormai più di 4 anni fa, dopo essermi licenziato dall’azienda per cui lavoravo come dipendente. Una scelta di cui non mi sono mai pentito, che mi ha portato a lavorare sodo, impegnarmi su me stesso, riorganizzare le mie giornate, ripensare continuamente il mio lavoro. Oggi, sono felice di dire che quel salto nel vuoto è stato ampiamente ripagato.
Da 1 a 10, quanto ti soddisfa il tuo lavoro per quel che riguarda:
- Aspetti economici: 8
- Gestione dei tempi di vita e di lavoro: 9
- Relazioni umane: 8.
Come ti vedi fra 5 anni? E fra 20?
Il lavoro in azienda è sempre un richiamo forte, ma finora non ho mai seriamente preso in considerazione l’ipotesi di lasciare la libera professione.
Tra 5 anni potrei essere ancora un freelance, solo se mi renderò conto di essere evoluto in modo “olistico”. Se si presenteranno occasioni valide in aziende serie, metterò sul piatto della bilancia e valuterò.
Non sono un freelance “senza se e senza ma” e amo immaginare tante strade aperte. E poi, credo nel karma di medio termine ;-)
Perché vieni al Freelancecamp Marina Romea?
Per ascoltare le storie di chi condivide lo stesso stile di vita, e lo racconta in modo sincero e senza patine. Per riflettere sul proprio futuro.
E ora, giochiamo un po’.
- Che libro non può mancare nella biblioteca dei freelance? “Siddartha” di Hesse, perché dopo aver attraversato il limbo degli “umani affari” c’è il ritorno alla saggezza del Fiume.
- Quando viaggi per lavoro, cosa non può mancare nel tuo bagaglio a mano? Il filo interdentale, e un piccolo “portafortuna” che porto sempre con me.
- Quale app vorresti cancellare dal tuo smartphone? Inbox di Gmail per non avere la tentazione di controllare sempre le email!