Che lavoro fai?
Recruiter e formatrice. Trovo persone per le aziende, non cerco lavoro alle persone, è un distinguo che faccio sempre.
Però mi occupo anche di consulenze ai privati che vogliono migliorare la cassetta di attrezzi nella ricerca di una nuova occupazione.
Mi occupo di formazione nei temi delle soft skill. Diffondo un metodo per aumentare la consapevolezza di sé e migliorare la relazione – professionale e non – con gli altri: si chiama Insights Discovery e quando mi senti parlare a colori è perché lo sto usando.
E infine, non per lavoro, ma un po’ anche scrivo: sul mio blog professionale e su C+B (conoscete C+B vero?).
Lavori da freelance?
Sì.
Lavorare da freelance è stato (ed è) un obbligo o una scelta?
Scelta. Che rifarei 1000 volte. La scelta di lasciare un’azienda in cui non credevo, la scelta di tornare al mondo della consulenza, la scelta di provarci al momento giusto, la scelta di fare qualcosa nel mio modo, anche se non per forza da sola.
All’inizio era tutto entusiasmo e smania di fare. Col tempo è arrivata la consapevolezza che, anche da libera professionista, preferivo lavorare in squadra e avere una guida.
Oggi quindi faccio parte di un network di professionisti, tutti autonomi. Mi considero una freelance molto fortunata. E ogni giorno lavoro anche per continuare a permettermi questa libertà.
Da 1 a 10, quanto ti soddisfa il tuo lavoro per quel che riguarda:
- Aspetti economici: 8
- Gestione dei tempi di vita e di lavoro: 9.
- Relazioni umane: 100.
Come ti vedi fra 5 anni? E fra 20?
Tra 5 mi vedo recruiter che, al posto delle ricerche su linkedin, usa le proprie relazioni per trovare i candidati giusti. E mi vedo anche sempre più immersa nella selezione di personale nel mondo del vino.
Tra 20 vorrei non lavorare più e dedicarmi unicamente alla scrittura… fare molto scialpinismo, leggere un libro a settimana, impastare brioche e pane come non ci fosse un domani. Bisogna sognare in grande.
Perché vieni al Freelancecamp Marina Romea?
Perché è la mia ricarica periodica di energia, relazioni belle, baci, abbracci sinceri, calore, occhi che brillano, informazioni utili, parole piene di senso.
Perché è il mio annuale rinnovo alla scelta di lavorare in proprio.
Perché mi diverto da morire.
E ora, giochiamo un po’.
- Che libro non può mancare nella biblioteca dei freelance? “Ruba come un artista” di Austin Kleon.
- Quando viaggi per lavoro, cosa non può mancare nel tuo bagaglio a mano? Il mac, quando sono in treno ne approfitto per scrivere sul blog.
- Quale app vorresti cancellare dal tuo smartphone? Quella della banca: ho un rapporto ansiogeno con i soldi.