freelancecamp Marina Romea 2018
Ljuba Daviè freelancecamp

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Verso il #Freelancecamp Marina Romea: Ljuba Daviè. Ed è sponsor!

Scritto da Alessandra Farabegoli il 8 Marzo 2018
Ljuba è una webdesigner freelance. Quest'anno ha scelto di sostenere il Freelancecamp come sponsor, perché: “Al primo freelancecamp sono arrivata carica di insicurezze e in piena sindrome dell’impostore. Dopo 10 minuti al Boca avrei voluto fermare il tempo e restare lì per sempre: avevo capito che la vita del freelance non è grigia e solitaria ma ricca di stimoli e interazioni, se solo esci dal tuo guscio.”

Che lavoro fai?

Realizzo siti con WordPress e mi occupo di consulenza e formazione. Lavoro soprattutto con liberi professionisti e piccole imprese, per scelta.

Lavori da freelance?

Sì.

Lavorare da freelance è stato (ed è) un obbligo o una scelta?

È stata una scelta, sicuramente una delle migliori della mia vita.
Fino al 2014 ho avuto un lavoro da dipendente e un contratto a tempo indeterminato insieme a tonnellate di frustrazione, ansia e gastroprotettori. Una mattina ho detto basta e mi sono licenziata senza preavviso.
Sono uscita da quell’ufficio e sono andata dal commercialista ad aprire partita IVA. Ora faccio il lavoro che amo e lo faccio a modo mio, assumendomene tutte le responsabilità.

Da 1 a 10, quanto ti soddisfa il tuo lavoro per quel che riguarda:

  • Aspetti economici: 8
  • Gestione dei tempi di vita e di lavoro: 7
  • Relazioni umane: 9.

Come ti vedi fra 5 anni? E fra 20?

A breve termine immagino una realtà non troppo diversa da quella attuale, che mi piace.
Avrò più competenze, avrò conosciuto nuove persone, avrò frequentato altri 5 Freelancecamp e lavorerò solo quattro giorni alla settimana.

Tra vent’anni, ma anche prima, vorrei avere un bel team di persone al mio fianco, delegare molto e viaggiare un sacco.

Perché vieni al Freelancecamp Marina Romea, e quest’anno anche come sponsor?

Perché è l’evento a cui partecipo con più entusiasmo. E mi ha dato così tanto che voglio – nel mio piccolo – contribuire a sostenerlo.

Quando sono stata al mio primo Freelancecamp avevo aperto partita IVA da una manciata di mesi e ci sono arrivata carica di insicurezze e in piena sindrome dell’impostore. Dopo 10 minuti al Boca avrei voluto fermare il tempo e restare lì per sempre: avevo capito che la vita del freelance non è grigia e solitaria ma ricca di stimoli e interazioni, se solo esci dal tuo guscio.

Ho conosciuto in quell’occasione molte persone, con alcune ho avviato bellissime collaborazioni e ogni anno il Freelancecamp è l’occasione per fare il pieno di energie positive e riabbracciare vecchi e nuovi amici.

E ora, giochiamo un po’.

  • Che libro non può mancare nella biblioteca dei freelance? “Le avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie” di Lewis Carroll.
  • Quando viaggi per lavoro, cosa non può mancare nel tuo bagaglio a mano? Il MacBook, l’iPhone, un taccuino e un piccolo astuccio di stoffa con penne e matite.
  • Quale app vorresti cancellare dal tuo smartphone? Nessuna. L’ho ripulito di recente eliminando inutili app installate solo per curiosità. Ma ci sono giorni in cui cancellerei volentieri Mail.

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