Che lavoro fai?
Scrivo: diciamo che sono una web writer. Di solito scrivo testi per newsletter, testi di siti web, post di blog.
Non lavoro quasi mai da sola ma in gruppi di lavoro gestiti da un project manager e devo dire che è la mia modalità preferita, in particolare se il gruppo ha al suo interno uno specialista SEO. So che alcuni considerano la SEO limitante, ma è frutto di una visione un po’ passata: la collaborazione con un SEO dà struttura e ordine anche al mio lavoro e mi permette soprattutto di toccare con mano i risultati.
Lavori da freelance?
Sì.
Lavorare da freelance è stato (ed è) un obbligo o una scelta?
Sono stata licenziata e ne ho approfittato per mettermi in proprio.
Avevo un contratto a tempo indeterminato e lavoravo da casa, il lavoro era quasi sempre piacevole e quindi, onestamente, non so se mi sarei mai licenziata di mia spontanea volontà, forse avrei cercato altri lavori da dipendente. Il licenziamento – anche quando l’azienda chiude per tutti – non è un passaggio facile ma io non potevo permettermi di stare con le mani in mano: ero anche appena tornata nella mia città natale, Torino, e avevo molto bisogno di rimettere ordine in più aspetti della mia vita, così ho deciso che volevo provarci.
Sempre in quel periodo ho conosciuto e sono tornata in contatto con alcune bravissime freelance di Torino. Tra loro c’era Francesca Marano che mi ha tirata dentro C+B, il blog multiautore dedicato alle donne che lavorano in proprio: il mio primo post raccontava come avevo fatto a farmi dare la disoccupazione tutta insieme invece che mese per mese per iniziare a lavorare in proprio.
Non ho mai più lasciato C+B, ho iniziato a scrivere altri post e ho scritto per un bel po’ la sua newsletter: a C+B, a Francesca che lo guida e alle sue autrici devo davvero molto, mi hanno aiutata a lavorare di più e meglio e a creare relazioni di lavoro che durano da anni.
Da 1 a 10, quanto ti soddisfa il tuo lavoro per quel che riguarda:
- Aspetti economici: 8, con punte di 9
- Gestione dei tempi di vita e di lavoro: 9
- Relazioni umane: 10.
Come ti vedi fra 5 anni? E fra 20?
Sempre soddisfatta di aver scelto la scrittura: forse sarò freelance, forse no.
In entrambi i casi ancora al lavoro, ma chissà che lavoro sarà: mi aspetto dei cambiamenti che però non so prevedere. Mi vedo anche più formata sull’UX writing che al momento è una delle cose che mi interessano di più.
Perché vieni al Freelancecamp Marina Romea?
Per le persone: per stare con le mie amiche che vedo spesso e per stare con chi vedo una volta l’anno o poco di più ma che frequento abitualmente online.
Per l’atmosfera: nella mia solitudine casalinga da freelance vivo benissimo (forse perché lo facevo anche da dipendente) ma ogni tanto sentirsi parte di qualcosa è una boccata d’aria buona, un po’ come quando vai a un concerto che aspetti per mesi e poi ci ripensi per giorni e giorni.
E ora, giochiamo un po’.
- Che libro non può mancare nella biblioteca dei freelance? “Lavoro, dunque scrivo!” di Luisa Carrada.
- Quando viaggi per lavoro, cosa non può mancare nel tuo bagaglio a mano? Il caricabatterie del cellulare: poi lo dimentico ovunque ma trovo sempre un’anima buona che me lo restituisce.
- Quale app vorresti cancellare dal tuo smartphone? Quella di un ecommerce di vestiti e quella di Amazon: troppe tentazioni.