Ciao Enrico, e bentornato al Freelancecamp. Ti presenti e ci racconti cosa fa Noiza?
Ho 42 anni. E insieme ad altri 3 soci e 4 dipendenti dedico la mia vita professionale a Noiza.
Ci occupiamo di web marketing che vuol dir tutto e vuol dire niente: diciamo che nel corso degli anni ci siamo specializzati in Social Advertising. Passo praticamente il 90% del mio tempo a gestire al meglio i budget dei nostri clienti online, soprattutto su Facebook, orientandoli alla conversione; il restante 10% lo passo in formazione e consulenza in giro per l’Italia. Tra cui ovviamente il tuo Digital Update.
Sono nato professionalmente nel mercato del gaming, principalmente il poker, che tuttora rimane il nostro principale segmento, per spostarmi poi gradualmente al mondo dell’e-commerce e degli shop online.
Perché sei venuto l’anno scorso al Freelancecamp?
In primis perché l’apertura del Freelancecamp dello scorso anno era dedicata ai docenti del Digital Update e non potevo mancare.
In secondo luogo perché nel corso degli anni, come azienda, abbiamo aumentato a dismisura la collaborazione con freelance molto focalizzati su alcune skill e naturalmente volevo un confronto di persona con quello che è l’evento di punta per questo mondo.
Perché torni quest’anno, e addirittura da sponsor?
Difficile dare una risposta se non replicando la precedente.
Aggiungo a costo di sembrare banale: agli occhi di un’azienda come la nostra il freelance – nel 90% dei casi – è:
- veloce
- smart
- duttile
- non si porta dietro i costi di una struttura.
Lo scotto da pagare è che nel 90% dei casi si tratta di un grandissimo o di una grandissima rompicoglioni ;)
Ma abbiamo imparato a convivere!
Sei mai stato freelance? Cosa ti resta di quell’esperienza?
Per tutta una serie di motivi, parecchi anni fa, ho aperto una partita iva dei minimi. Andava tutto alla grande, fino a quando in modo molto stupido e con la complicità della mia commercialista ho superato i minimi senza accorgermene.
Ecco, se mi chiedi com’è andata la mia esperienza da freelance mi viene in mente solo il bagno di sangue degli 8mila euro di iva che ho ripagato allo stato. UNA TRAGEDIA.
Però ho una certezza: se non fossi socio di un’azienda, l’unica altra potenziale strada percorribile sarebbe stata quella di fare il freelance.
In Noiza avete anche collaboratori freelance? Cosa apprezzi e cosa invece vorresti ma non ottieni?
Noiza ha una freelance stabile, nel senso che collabora da un bel po’ di tempo con noi e si occupa di content marketing e social media marketing. Più un network di 3-4 freelance che gravitano attorno ai nostri progetti.
Quello che apprezzo moltissimo è il focus. Cioè, mi spiego, apprezzo quei freelance che si sono iperspecializzati in un determinato ambito, investendo e reinvestendo in capitale di conoscenza che un’azienda fatica a possedere.
Esempio: la SEO era qualcosa che gestivano internamente fino a qualche anno fa. Nel corso del tempo il nostro core è diventato il social advertising e abbiamo delegato a una serie di freelance quell’aspetto. Idem per determinate tipologie di contenuto che il cliente ci chiede: l’effort aziendale sarebbe eccessivo e magari non in linea con le aspettative del cliente. Allora è il caso di rivolgersi a un freelance che ha il focus in questi settori.
Ci è capitato di recente con un progetto per la PA ed è stata la miglior scelta che potessimo fare.
Abbiamo chiesto a tutti di scegliere una canzone come colonna sonora del Freelancecamp; qual è il tuo contributo alla playlist?
Sorry ma devo rispondere con due canzoni.
Una la scelgo perché è il tema di un breve saggio che ho scritto di recente sulla domanda latente.
Ed è “La Verità” di Brunori SAS.
Una invece la scelgo perché me la canto spesso nei momenti di stanca ed è Vitamin C dei Can. ;)
Se non la conosci, provala, è un bomba.
Tipo mettila su prima di un recupero crediti, magari se incerta se chiamare o meno.
La ascolti e boom, i soldi te li accreditano poco dopo. Giuro.
La foto di apertura è di Roberto Cortese: Enrico Marchetto all’anteprima Freelancecamp 2016 [fonte].