In poche righe: chi sei, cosa fai e a chi puoi essere utile.
Lavoro come copywriter da 15 anni e transcreator da 5. Mi piace dedicarmi alla formazione e portare la mia esperienza ai più giovani.
Qual è stato il giorno più bello della tua vita da freelance? E perché?
Il giorno più bello della mia vita da freelance è stato quello in cui ho lasciato definitivamente l’agenzia e ho aperto la partita iva, nel 2014. Nel mio caso è stata una vera e propria scelta e non una pseudo-disoccupazione. Benedico quella decisione e non tornerei in agenzia mai più. Evviva la libertà!
Quest’anno al Freelancecamp ci saranno momenti dedicati espressamente a conoscerci meglio; chi vorresti incontrare?
Mi piacerebbe incontrare soprattutto copywriter, magari che lavorano in campi diversi dal mio (social e web, per esempio) e condividere esperienze.
Hai già partecipato al Freelancecamp?
No, è la prima volta. Dalle cose che ho letto mi sembra un evento interessante e che “carica” molto.
Ci parli dell’Associazione Italiana Copywriter, che sostiene come sponsor questa edizione del Freelancecamp ? Come è nata, che cosa fate con e per i vostri soci, cosa volete diventare?
Sono molto felice di rispondere a questa domanda. L’Associazione Italiana Copywriter è nata dalle menti di 3 copywriter con età e storie molto diverse, che sognavano di avere un punto di riferimento per i loro colleghi, freelance o d’agenzia. Ed è proprio questo che ci proponiamo di diventare: un punto di riferimento. Qualcuno con cui consultarsi per domande scomode come “Quanto dovrei chiedere per questo lavoro?”, “Qual è il vostro codice ateco?”, o anche “Vorrei diventare copywriter, che libri o che scuole mi consigliate?”.
A proposito di formazione, abbiamo creato partnership con chi ne fa, ma abbiamo anche ideato un percorso tutto nostro, “Copy di Bottega”, che è un esperimento di formazione individuale in cui direttori creativi di grande esperienza seguono gli allievi passo passo.
Abbiamo deciso di sostenere il Freelancecamp perché tra i nostri iscritti di freelance ce ne sono molti. Probabilmente ne troveremo qualcuno lì.
Nella giornata di corso del 23 maggio, su “come diventare freelance migliori”, tu ci parlerai di branding e naming; e noi ne siamo molto felici, perché sappiamo bene che le parole sono importanti. Perché anche i freelance devono averne cura?
Il naming è un processo importante per chi vuole aprire una ditta individuale o una startup e, stranamente, è un tema poco trattato nella manualistica, almeno in italiano. Ai freelance può capitare che un cliente chieda un naming, per un’azienda o un prodotto, e magari non sa da dove iniziare. È per questo motivo che ho deciso di regalare al Freelancecamp un piccolo pezzo della mia esperienza nel naming, un’attività per cui mi è capitato di vincere dei premi, ma che in generale mi diverte moltissimo fin da quando ero bambina. Spero di riuscire a essere utile e magari di trasmettere la mia stessa passione.
Qual è la cosa migliore che potrebbe accaderti al Freelancecamp? E la peggiore?
La migliore: trovare nuovi contatti con cui creare occasioni di lavoro.
La peggiore: un contrattempo improvviso che mi impedisse di venire!