Ciao Fabio, quest’anno la presenza di Apogeo al Freelancecamp sarà decisamente importante, vuoi essere tu a raccontare cosa ci portate?
Ciao Alessandra, come Apogeo Editore siamo contenti di essere presenti e sostenere il Freelancecamp che a nostro modo di vedere rappresenta un momento di incontro importante per chi professionalmente si è indirizzato o si è consolidato nella dimensione del “battitore libero”.
Vi porteremo un assaggio dei nostri libri Pocket Color, tascabili a colori dedicati a diverse tecnologie che spaziano dal web design alla fotografia digitale, passando attraverso la comunicazione nei social media e l’esplorazione di Internet ma anche del Deep Web.
Inoltre saremo presenti fisicamente sia per raccogliere e discutere proposte editoriali di aspiranti autori, sia per tenere uno speech sul “come trovare l’editore giusto per il libro nel cassetto” orientandosi tra le regole e i meccanismi del mondo editoriale.
Quanti dei vostri autori sono freelance? E quanti dei vostri collaboratori?
Attualmente tutti i nostri fornitori di servizi editoriali sono freelance, mentre per quanto riguarda la produzione vera e propria, ovvero la stampa, ci affidiamo giocoforza ad alcune realtà strutturate. Per quanto riguarda gli autori, c’è un discreto equilibrio tra freelance e dipendenti in altre realtà che decidono di scrivere un libro. Diciamo un 45% di freelance e un 55% di occupati a tempo indeterminato.
In che cosa è diverso lavorare coi freelance e con chi ha un contratto a tempo indeterminato?
La caratteristica dei freelance è la maggiore agilità ed elasticità: chi non è inserito stabilmente in un contesto aziendale strutturato può di norma offrire un servizio e delle tempistiche che si adattano meglio alle nostre necessità, cambiando l’approccio al lavoro anche in corso d’opera. Questo è un valore prezioso per un editore che lavorando sui contenuti si trova costantemente ad avere a che fare con un workflow fluido e in evoluzione, fino a che la cosiddetta bozza non è consolidata e “chiusa”.
Cosa non deve mancare secondo te nella biblioteca del freelance?
Dipende dall’ambito in cui opera. Se dovessi suggerire qualcosa a un freelance, ma in generale a chiunque debba svolgere una attività, punterei sull’opera del filosofo medievale Guglielmo di Ockham, con riferimento al suo famoso Rasoio, il cui principio in Italia mi sembra sia stato dimenticato troppe volte: «A parità di fattori la spiegazione più semplice è da preferire». I risultati migliori nel lavoro spesso si ottengono semplificando, non complicando. O almeno io la penso così.