In poche righe: chi sei, cosa fai e a chi puoi essere utile.
Mi occupo di cibo: ne scrivo, lo cucino e insegno alle persone ad essere felici ai fornelli.
Qual è stato il giorno più bello della tua vita da freelance? E perché?
Quello in cui ho lanciato il mio progetto, The Food Sister (novembre 2018). È stata la summa di tante esperienze e percorsi diversi che finalmente sono confluiti su un’unica strada.
Quest’anno al Freelancecamp ci saranno momenti dedicati espressamente a conoscerci meglio; chi vorresti incontrare?
In generale le persone del “giro” che ho sempre e solo conosciuto virtualmente. Mi aspetto dosi massicce di abbracci e baci.
Hai già partecipato al Freelancecamp?
Sì! [Nel 2018 a Marina Romea ci ha parlato di Anno sabbatico per freelance].
E noi siamo proprio felici di rivederti! In questi anni come è cambiato il tuo modo di lavorare? Hai migliorato la gestione di tempo/soldi/clienti?
Sicuramente gli anni e l’esperienza hanno reso tutto il processo di lavoro più fluido e la gestione finanziaria meno ansiogena. L’esperienza della maternità invece è stata quella che mi ha insegnato a gestire il tempo in modo più efficiente, evitando sprechi e dispersioni.
Quest’anno ci porti anche un talk su un argomento piuttosto… spinoso!
Sì, molte (e molti) freelance non sanno che la maternità è un diritto anche per chi è iscritto alla gestione separata. Con due figlie all’attivo, ho avuto modo di scavare nei meandri del sito dell’INPS e ottenere tutto quello che ci spetta. Il titolo del talk è proprio “Anche le freelance vanno in maternità – Come sopravvivere all’INPS e ai figli”.
C’è una persona che hai conosciuto al Freelancecamp e ora è presenza stabile nella tua vita o nel tuo lavoro?
Forse, per me, è vero il contrario: persone con cui ho lavorato e lavoro, e con cui ho stretto legami che vanno oltre il lavoro, le ho poi ritrovate al Freelancecamp.
Qual è l’intervento del Freelancecamp che ti ha insegnato/colpito/cambiato di più? Perché pensi che chi non l’ha visto dovrebbe proprio vederlo?
È difficile scegliere, ma direi lo speech di Nadia Panato – Piccoli Spazi di Felicità, da cui è scaturita anche un’interessantissima newsletter.