Che lavoro fai?
Lavoro al servizio delle persone grazie al mio compagno di viaggio, il coaching. Sono una Executive & Life Coach, opero in diversi ambiti e livelli ma ho particolarmente a cuore il futuro e la realizzazione dei ragazzi, gli adulti di domani. Credo che non sia obbligatorio essere già grandi e maturi per poter migliorare le proprie risorse, per accrescere la fiducia in se stessi e poter esprimere al meglio i propri talenti. È nel presente che viene disegnato il futuro, quindi decidere di fornire ora supporto e strumenti utili allo sviluppo dei ragazzi, significa fornire loro non solo un futuro possibile, ma tanti.
Lavori da freelance?
Sì.
Lavorare da freelance è stato (ed è) un obbligo o una scelta?
È stata una scelta, inizialmente un pò “spintanea” ma oggi consapevole.
Sono stata dipendente per oltre vent’anni, non rinnego nulla di quella fantastica fase della mia vita. Circa 4 anni fa, poi, la svolta. In azienda, in una delicata fase di change management, mi è stato affiancato un coach e durante il percorso mi sono letteralmente illuminata. Ho capito cosa volevo per me e cosa non andava più bene in quel lavoro, ho preso coscienza soprattutto di cosa mi stava mancando e cosa avrei dovuto fare per raggiungerlo. Mi sono attivata, sono tornata a studiare, mi sono diplomata Coach (tornando tra l’altro alla mia iniziale passione) e dopo un anno ho deciso di fare il salto e diventare libera professionista.
Da 1 a 10, quanto ti soddisfa il tuo lavoro per quel che riguarda:
- Aspetti economici: 5 – ancora in fase di “raccolta” dopo i primi anni di progettazione e “semina”.
- Gestione dei tempi di vita e di lavoro: 8
- Relazioni umane: 8.
Come ti vedi fra 5 anni? E fra 20?
Mi proietto spesso nel mio futuro, soprattutto quando ho bisogno di capire se la strada che sto percorrendo è veramente quella che voglio e valutare se ci sono percorsi alternativi validi.
Mi vedo contenta e soddisfatta, appagata dei progetti che sono riuscita a realizzare e delle collaborazioni che ho coltivato nel tempo.
Mi sembra ancora di non andare a lavoro perché mi piace quello che faccio. Mi vedo ancora all’opera e grazie all’esperienza fatta, immersa in sfide ancora più complesse.
Ma con dei momenti di pausa, grazie anche ai guadagni di progetti paralleli portati avanti in questi anni, che non riguardano il coaching ma la gestione di case vacanze.
Perché vieni al Freelancecamp Roma?
Ne ho sentito parlare molto, sono molto curiosa di vivermi la possibilità di un sano scambio tra professionisti di diversa natura. Giocherò la carta del “dare e ricevere con gratitudine”.
E ora, giochiamo un po’.
- Che libro non può mancare nella biblioteca dei freelance? “I doni dell’imperfezione” di Brenè Brown.
- Quando viaggi per lavoro, cosa non può mancare nel tuo bagaglio a mano? Un quaderno, delle penne e matite e il libro più leggero tra quelli che sto leggendo in quel momento.
- Quale app vorresti cancellare dal tuo smartphone? Nessuna.