freelancecamp Roma 2018
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Verso il #Freelancecamp Roma: Giulia Amoruso Battista

Scritto da Silvia Versari il 11 Luglio 2018
Giulia è una character designer; freelance per scelta di cuore, testa e pancia.

Che lavoro fai?

Sono una character designer, quindi disegno e progetto personaggi per promuovere brand, aziende, prodotti e servizi.
In pratica: creo mascotte illustrate, che è un lavoro bellissimo.

Lavoro come freelance dal 2012 e a gennaio 2018 ho finalmente realizzato il mio grande sogno, trasformare Juice for Breakfast – the Characters Factory in un vero studio. Siamo solo all’inizio ma è stato un passo importante.

La mia scrivania è al piano terra di uno spazio meraviglioso a Milano, Marenco 4, e ora siamo in tre. Io mi occupo prevalentemente di character design e graphic design, Beatrice è una ux-designer e lavoro insieme a lei per creare siti web belli e funzionali, Stefano è un docente e progettista di immagini e insieme a lui abbiamo creato il progetto educativo/editoriale Ingredienti Coraggiosi. Raccontiamo storie per i nostri clienti e con i nostri clienti, con progetti completi di comunicazione visiva, storytelling e character design.

Lavori da freelance?

Sì.

Lavorare da freelance è stato (ed è) un obbligo o una scelta?

Una scelta, senza ombra di dubbio.
Ho lavorato per un breve periodo in agenzia, ma poco tempo dopo ho ricevuto una proposta per lavorare full time e da freelance su un progetto di editoria per l’infanzia. Ho accettato subito ed è cominciata la mia avventura.

La mia è stata una decisione dettata da cuore, testa e pancia. Ho avuto molta paura all’inizio ma ora mi rendo conto che non tornerei mai indietro. Poter costruire qualcosa di “mio” e poter fare ciò che amo è una libertà che non baratterei per nient’altro al mondo.

Da 1 a 10, quanto ti soddisfa il tuo lavoro per quel che riguarda:

  • Aspetti economici: 7
  • Gestione dei tempi di vita e di lavoro: in questo momento 8
  • Relazioni umane: 9.

Come ti vedi fra 5 anni? E fra 20?

Tra 5 vedo un’attività molto più strutturata, una società e un team più completo. Immagino meno clienti, ma più grandi e con possibilità di collaborazioni durature. Rischio, crescita costante e un posizionamento più deciso sul mercato.

Tra 20 immagino una società ampiamente strutturata e magari una sede all’estero. Una realtà lavorativa solida e soprattutto la possibilità di continuare sempre e comunque a fare ciò che amo, circondata da persone che lo amino quanto me.

Però, il business plan per il 2038, ancora non ce l’ho pronto :P

Perché vieni al Freelancecamp Roma?

Ho vissuto e lavorato a Roma per due anni, a metà della mia carriera da freelance. Per me è stato un rapporto di amore-odio e non torno da esattamente due anni, un po’ per paura, un po’ per principio (ho salutato questa città in un momento difficile della mia vita personale).

Il Freelance Camp è l’occasione di cui avevo bisogno. Un ottimo pretesto per tornare in un luogo che mi spaventa ma che, ne sono certa, mi accoglierà e riaprirà il cuore. Questo evento è ciò di cui ho bisogno ora per crescere, conoscere altri freelance come me, fare rete e acquisire nuove competenze. Ho bisogno di una scossa, di novità e di lasciarmi motivare da speech d’ispirazione e nuove idee.

E ora, giochiamo un po’.

  • Che libro non può mancare nella biblioteca dei freelance? “Building your business the right brain way” e “Girlboss” di Sophia Amoruso.
  • Quando viaggi per lavoro, cosa non può mancare nel tuo bagaglio a mano? Computer portatile, sketchbook e biglietti da visita.
  • Quale app vorresti cancellare dal tuo smartphone? Facebook, che ultimamente mi fa perdere troppo tempo e che ormai non utilizzo più come una volta.

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