Che lavoro fai?
Sono una character designer, quindi disegno e progetto personaggi per promuovere brand, aziende, prodotti e servizi.
In pratica: creo mascotte illustrate, che è un lavoro bellissimo.
Lavoro come freelance dal 2012 e a gennaio 2018 ho finalmente realizzato il mio grande sogno, trasformare Juice for Breakfast – the Characters Factory in un vero studio. Siamo solo all’inizio ma è stato un passo importante.
La mia scrivania è al piano terra di uno spazio meraviglioso a Milano, Marenco 4, e ora siamo in tre. Io mi occupo prevalentemente di character design e graphic design, Beatrice è una ux-designer e lavoro insieme a lei per creare siti web belli e funzionali, Stefano è un docente e progettista di immagini e insieme a lui abbiamo creato il progetto educativo/editoriale Ingredienti Coraggiosi. Raccontiamo storie per i nostri clienti e con i nostri clienti, con progetti completi di comunicazione visiva, storytelling e character design.
Lavori da freelance?
Sì.
Lavorare da freelance è stato (ed è) un obbligo o una scelta?
Una scelta, senza ombra di dubbio.
Ho lavorato per un breve periodo in agenzia, ma poco tempo dopo ho ricevuto una proposta per lavorare full time e da freelance su un progetto di editoria per l’infanzia. Ho accettato subito ed è cominciata la mia avventura.
La mia è stata una decisione dettata da cuore, testa e pancia. Ho avuto molta paura all’inizio ma ora mi rendo conto che non tornerei mai indietro. Poter costruire qualcosa di “mio” e poter fare ciò che amo è una libertà che non baratterei per nient’altro al mondo.
Da 1 a 10, quanto ti soddisfa il tuo lavoro per quel che riguarda:
- Aspetti economici: 7
- Gestione dei tempi di vita e di lavoro: in questo momento 8
- Relazioni umane: 9.
Come ti vedi fra 5 anni? E fra 20?
Tra 5 vedo un’attività molto più strutturata, una società e un team più completo. Immagino meno clienti, ma più grandi e con possibilità di collaborazioni durature. Rischio, crescita costante e un posizionamento più deciso sul mercato.
Tra 20 immagino una società ampiamente strutturata e magari una sede all’estero. Una realtà lavorativa solida e soprattutto la possibilità di continuare sempre e comunque a fare ciò che amo, circondata da persone che lo amino quanto me.
Però, il business plan per il 2038, ancora non ce l’ho pronto :P
Perché vieni al Freelancecamp Roma?
Ho vissuto e lavorato a Roma per due anni, a metà della mia carriera da freelance. Per me è stato un rapporto di amore-odio e non torno da esattamente due anni, un po’ per paura, un po’ per principio (ho salutato questa città in un momento difficile della mia vita personale).
Il Freelance Camp è l’occasione di cui avevo bisogno. Un ottimo pretesto per tornare in un luogo che mi spaventa ma che, ne sono certa, mi accoglierà e riaprirà il cuore. Questo evento è ciò di cui ho bisogno ora per crescere, conoscere altri freelance come me, fare rete e acquisire nuove competenze. Ho bisogno di una scossa, di novità e di lasciarmi motivare da speech d’ispirazione e nuove idee.
E ora, giochiamo un po’.
- Che libro non può mancare nella biblioteca dei freelance? “Building your business the right brain way” e “Girlboss” di Sophia Amoruso.
- Quando viaggi per lavoro, cosa non può mancare nel tuo bagaglio a mano? Computer portatile, sketchbook e biglietti da visita.
- Quale app vorresti cancellare dal tuo smartphone? Facebook, che ultimamente mi fa perdere troppo tempo e che ormai non utilizzo più come una volta.