freelancecamp Roma 2018
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Verso il #Freelancecamp Roma: Carola Baratella

Scritto da Silvia Versari il 4 Settembre 2018
Carola è una "travel blogger in espansione, una digital in continua evoluzione", viene al Freelancecamp per capire come gli altri freelance sono usciti dall'isolamento.

Che lavoro fai?

Più di uno, tutti parte dello stesso insieme.
Gli studi in psicologia della comunicazione e del marketing mi hanno permesso di esplorare il mondo del digitale sotto diversi aspetti. Ho iniziato come grafica e web designer per poi ampliare il campo verso il web e il social media marketing. Da brava viaggiatrice compulsiva ho deciso di dar voce a questa passione sfruttando le competenze digitali, nasce così Weekendplanning, il mio blog di viaggi (work in progress). Direi, una travel blogger in espansione, una digital in continua evoluzione.

Lavori da freelance?

Sì.

Lavorare da freelance è stato (ed è) un obbligo o una scelta?

Una felice scelta obbligata. La voglia di gestire responsabilità e tempi in autonomia, l’esigenza di soddisfare in prima persona le richieste dei clienti, la determinazione nel non dipendere da un determinato luogo di lavoro, tutto questo mi ha portato ad essere una freelance.

Da 1 a 10, quanto ti soddisfa il tuo lavoro per quel che riguarda:

  • Aspetti economici: 7
  • Gestione dei tempi di vita e di lavoro: 10
  • Relazioni umane: 5.

Come ti vedi fra 5 anni? E fra 20?

Nei prossimi 5 anni vorrei consolidare alcune mie competenze, acquisirne delle altre, diventare una travel blogger a tutti gli effetti e dar vita ad un progetto che agevoli le relazioni tra professionisti freelance.
Tra 20 anni mi vedo nel mio nuovo agriturismo in Spagna dove si terranno lezioni di cucina, surf, yoga e meditazione, con la tecnologia del momento al seguito? Non lo so, vedremo ;)

Perché vieni al Freelancecamp Roma?

Alle relazioni umane ho dato come voto “5” perché al momento per me lavorare da freelance significa lavorare in solitaria e questo è l’aspetto che meno mi gratifica nella quotidianità.
Sono curiosa di conoscere le esperienze dei colleghi, sapere come affrontano questo lato umano nella vita di tutti i giorni, come supportano la crescita professionale con o senza scambio con altri professionisti. E poi crescere, crescere sempre.

E ora, giochiamo un po’.

  • Che libro non può mancare nella biblioteca dei freelance? “Le parole sono finestre (oppure muri)” di Rosenberg. Per me l’empatia è la chiave di tutto.
  • Quando viaggi per lavoro, cosa non può mancare nel tuo bagaglio a mano? Ahimè smartphone, quaderno, libro, occhiali da sole.
  • Quale app vorresti cancellare dal tuo smartphone? Quelle di default del telefono, inverosimilmente inutili.

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