Che lavoro fai?
Più di uno in realtà! Nasco come UX (User Experience) designer, che è il lavoro che meglio mette insieme i miei studi di psicologia e la mia passione per il digitale. Ho lavorato un po’ di anni in agenzia e imparato molto. Poi per conto mio ho imparato anche un po’ di codice, e altre “materie” trasversali per così dire, le quali completano la mia figura professionale.
Quindi adesso, insieme a Stefano e a Giulia di Juice for Breakfast (con la quale verrò al FreelanceCamp di quest’anno), abbiamo unito le forze e abbiamo raccolto le competenze necessarie per strutturarci in uno studio.
L’altra metà della mia vita è occupata dai cani: sono una educatrice cinofila diplomata presso la scuola SIUA, aiuto le persone e le famiglie ad interagire correttamente col proprio cane, dando strumenti sia al cane sia alle persone per comunicare e capirsi meglio. Propongo loro attività in linea col profilo del cane per una convivenza serena risolvendo quelli che magari possono essere piccoli inconvenienti della vita con un cane.
Lavori da freelance?
Sì.
Lavorare da freelance è stato (ed è) un obbligo o una scelta?
Assolutamente una scelta. Una scelta maturata e ragionata, ci ho messo parecchio tempo. Sapevo che il lavoro da dipendente in agenzia non mi si adattava, non era per me. Ho avuto bisogno di tempo e prove per esserne completamente consapevole e sicura.
Da 1 a 10, quanto ti soddisfa il tuo lavoro per quel che riguarda:
- Aspetti economici: 7
- Gestione dei tempi di vita e di lavoro: 10
- Relazioni umane: 8.
Come ti vedi fra 5 anni? E fra 20?
Non mi vedo!
Non perché non ci sarò, ma perché faccio fatica a guardare così in là. Sono piena di passioni e non so dove mi porteranno. Cerco di vivere nel presente il più possibile, cercando di non farmi angustiare dal futuro. Sicuramente credo molto in quello che ho iniziato adesso e spero cresca. In 5 anni lo vedo ingrandito e consolidato.
In 20, il digitale potrebbe essere completamente cambiato e io con esso, chi lo sa!
Perché vieni al Freelancecamp Roma?
Penso sia un’ottima occasione per condividere le esperienze con altri freelance. Uno dei rischi di questo lavoro è chiudersi un po’ nel proprio mondo pensando di essere da soli. Non siamo soli! Questo camp è un po’ un modo per ricordarcelo.
E ora, giochiamo un po’.
- Che libro non può mancare nella biblioteca dei freelance? “Resisto dunque sono” di Pietro Trabucchi.
- Quando viaggi per lavoro, cosa non può mancare nel tuo bagaglio a mano? Il mio Mac, mega cuffie per isolarsi nei tragitti, carta e penna per fare schemi e disegnare.
- Quale app vorresti cancellare dal tuo smartphone? Quelle di default del telefono, occupano spazio e sono inutili (non tutte, ma quasi).
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