freelancecamp Marina Romea 2019

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Verso il #Freelancecamp: Roberto Pasini, aka Kalamun

Scritto da Alessandra Farabegoli il 29 Aprile 2019
Dopo tanti anni che lavoro a distanza con Roberto, ormai lo considero la mia riserva di creatività e pazienza; ci siamo insegnati a vicenda molte cose, e abbiamo anche imparato a organizzarci fra noi per riuscire a terminare progetti con scadenze impossibili (poi io non mi rassegno, prima o poi anche sulla gestione del tempo riusciremo a uscire dall'emergenza continua). Parlare con lui è sempre un piacere, e questa intervista non fa che confermarlo.

In poche righe: chi sei, cosa fai e a chi puoi essere utile.

Sono un grafico in senso ampio. Aiuto a sviluppare l’aspetto e le tecnologie di un progetto web. Lavoro per chi vuole un sito web su misura, ragionato e performante, più complesso della media, o per chi ha bisogno di un progetto grafico efficace su diversi media.

Qual è stato il giorno più bello della tua vita da freelance? E perché?

Quando mi sono licenziato, perché mi sono sentito finalmente leggero, libero, risollevato: hai presente come quando chiudi una storia che ormai era alla frutta?

Quest’anno al Freelancecamp ci saranno momenti dedicati espressamente a conoscerci meglio; chi vorresti incontrare?

Tutti quelli che non conosco, soprattutto se alle prime armi, perché sono (loro) una riserva genuina di entusiasmo e idee ingenue. Posso ricambiare con cinismo e aneddoti dal finale triste.

Hai già partecipato al Freelancecamp?

Sì! [E certo! Chissà che “aspetto” avrebbe il Freelancecamp senza Kalamun. Qui i suoi interventi e le sue interviste.]

C’è qualcosa che hai fatto per il Freelancecamp in questi anni e di cui sei particolarmente fiero?

Fin dall’inizio, ho curato l’immagine del Freelancecamp.
Non vado particolarmente fiero del logo, perché partivamo dai vincoli del logo ufficiale dei Barcamp e perché quando l’ho disegnato, diversi anni fa, ero piuttosto naïf.
Però sono molto felice della comunicazione visuale perché è molto varia, sfacettata, riconoscibile. E ogni volta che vedo in giro uno zainetto con la dea Kali dei freelancer, sorrido un po’.

In questi anni come è cambiato il tuo modo di lavorare? Hai migliorato la gestione di tempo/soldi/clienti?

Negli ultimi anni ho migliorato l’aspetto economico, mentre la gestione del tempo per quanto provi a raddrizzarla, resta sempre un fallimento completo. Non ho mai potuto lamentarmi dei miei clienti, mi hanno sempre assicurato lavori interessanti e vari, e una certa stabilità economica.

C’è una persona che hai conosciuto al Freelancecamp e ora è presenza stabile nella tua vita o nel tuo lavoro?

Chiara, la mia stupenda compagna, l’ho intravista la prima volta al Freelancecamp di qualche anno fa: mentre io tenevo il mio talk lei è andata a farsi una nuotata, per dire quanto era presa da me.
Io e Chiara non lavoriamo insieme, sarebbe troppo totalizzante, però ci scambiamo ottimi consigli e conosciamo entrambi gioie e dolori dell’essere freelance.

Scoop: dall’intervista 2017 di Chiara Gandolfi. Quando si dice scegliere con cura i momenti… [n.d.r].

Qual è il talk del Freelancecamp che ti ha insegnato di più? Perché pensi che chi non l’ha visto dovrebbe proprio farlo?

Elementi di negoziazione, di Luca Sartoni. Perché io sono sempre stato una schiappa a vendermi e lì Luca ha dato qualche idea davvero importante soprattutto per chi, come me, gli fanno pena i clienti che magari poverini non arrivano a fine mese.
Luca tra le righe mi ha insegnato il “cazzi loro”.

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