freelancecamp Punta Marina 2021

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Gente del Freelancecamp: Renata Otfinowska

Scritto da Lara Lombardi il 20 Agosto 2021
Renata Otfinowska è illustratrice e grafica, al suo primo Freelancecamp. Renata debutterà anche come speaker, parlando di imperfezioni e fallimenti e di come anche questi contribuiscono a costruire la nostra storia

In poche righe: chi sei, cosa fai, a chi puoi essere utile?

Ciao, sono Renata Otfinowska illustratrice e grafica, con le immagini vesto i sogni dei miei clienti. Mi occupo di arte visiva e grafica. Nel mio “Otitoti studio” usando empatia e intuizione realizzo in armonia con i miei clienti identità dei brand : logo, immagine coordinata, cartoline postali. Sono specializzata nella realizzazione di illustrazioni che in modo poetico raccontano il lato umano dei brand, quello che li rende autentici, quello che crea connessioni e si trasforma in una bella storia visiva. Mi piace raccontare con le immagini storie che parlano d’amore e fiducia; per questo creo progetti illustrati di partecipazioni e bomboniere per i matrimoni e battesimi. Lavoro con liberi professionisti, piccole aziende, case editrici, giornali, e privati mettendo in dialogo strumenti informatici con le tecniche pittoriche come acrilico, monotipia, acquerello, matite colorate per racchiudere in un’immagine l’essenza delle loro storie .

Come è cambiata (in meglio) la tua vita negli ultimi due anni?

Nei ultimi due anni di sconvolgimenti globali ci sono state molte cose che sono cambiate in meglio per me ma ve ne elenco solo due:

  1. Sono diventata mamma per la seconda volta, per me questo cambiamento mi ha portato felicità e gioia, ma anche meno tempo. Cosi ho imparato finalmente a svolgere quello che ha più priorità senza badare al resto. Lavoro da casa, come molti liberi professionisti; perciò chi ha il proprio studio in salotto, sa cosa significa. Ci sono mansioni da casalingo/a che fanno continuamente capolino da dietro la scrivania. Con l’ arrivo del secondogenito e con la pandemia ho finalmente imparato a ignorare e lasciare in disordine la casa . Una personale vittoria. (Prima se la lavastoviglie non era pronta e i panni stesi non riuscivo a cominciare di lavorare) Ora sono guarita definitivamente.
  2. Ho avuto molto più lavoro, perché molte persone si sono rese conto che era necessario avere un’immagine visiva fatta da un professionista per poter comunicare in maniera chiara e coerente la propria missione e i propri valori. Tanti professionisti si sono spostati on-line e questo ha creato molto più lavoro per i grafici e illustratori.

Cosa vorresti fare, o cosa vorresti vedere intorno a te, per costruire davvero un better normal?

Mi sono attivata e ho iniziato a creare “tessiture generatrici” per progetti di ispirazione sulle tematiche che ci toccano nelle nostre vite quotidiane, come fallimento, imperfezione, mancanza del tempo. Queste connessioni sono al femminile perché vorrei che le donne potessero vivere esprimendo al meglio le loro potenzialità.

È il tuo primo Freelancecamp. Da quanto tempo lavori come freelance? È stata una tua scelta o un obbligo?

Lavoro come freelance dal 2015, ho scelto di farlo dopo aver concluso il master in illustrazione per editoria, questa era una scelta naturale per me. Non tornerei mai indietro, sicuramente nel momento in cui sono diventata mamma ho sentito pochissime sicurezze. In questo momento sto riflettendo se ci sono altri modi per mantenere lati positivi di essere freelance ma essere più sostenuti e coperti a livello economico.

Perché parteciperai a questa edizione del Freelancecamp? Cosa ti aspetti? Cosa speri che accada?

Credo che, in questo momento più che mai, sia necessario creare delle connessioni, per questo voglio partecipare al Freelancecamp. Mi aspetto un spazio accogliente di condivisione dove si possono creare collegamenti e collaborazioni, dove posso imparare e scoprire informazioni utili per me e mia attività. Spero di trovare persone appassionate con quali poter far nascere nuovi progetti.

E infine: scegli una canzone che per te rappresenta il concetto di better normal

Il brano musicale “Makochi Pitensin” è una ninna nanna in lingua nahuatl. Lingua parlata da Nahua, un gruppo di popoli indigeni del Messico e dell’America Centrale . Una ninna nanna antica perché possiamo iniziare a dormire serenamente accettando che tutto ha i propri cicli di vita e di morte.

Grazie, e arrivederci a Punta Marina!

Trovi Renata a questi link.

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