In poche righe: chi sei, cosa fai, a chi puoi essere utile?
Come è cambiata (in meglio) la tua vita negli ultimi due anni?
Nel bel mezzo della pandemia ho deciso di aprire la partita IVA e di trasformare la mia passione in un lavoro vero e proprio. Il lockdown ha azzerato gli impegni fuori casa, soprattutto quelli dei miei figli che mi impegnavano svariate ore la settimana: per me è stato un guadagno di tempo inestimabile! Mi ha permesso di focalizzarmi sul mio progetto e sullo studio (senza il quale mi sentirei come una piantina senza sole).
Cosa vorresti fare, o cosa vorresti vedere intorno a te, per costruire davvero un better normal?
Vorrei aiutare le persone ad accettare ciò che non possono cambiare e ad agire su ciò che invece possono migliorare. Vorrei vedere maggiore collaborazione tra uomo e donna: sogno il ritorno ad una società gilanica! Vorrei più confronto e meno scontro. Vorrei una scuola più illuminata, che insegni ai ragazzi a guardarsi intorno, a usare la testa, a essere cittadini di questo mondo.
Lavori come freelance? Da quanto tempo? È stata una tua scelta o un obbligo? Torneresti indietro?
Lavoro come freelance da poco più di un anno e non tornerei mai indietro.
Perché parteciperai a questa edizione del Freelancecamp? Cosa ti aspetti? Cosa speri che accada?
Partecipare a un evento come il Freelancecamp per me significa immergersi in un humus ricco di stimoli, un vivaio dove la contaminazione può portare a risultati meravigliosi, dove il confronto fa sentire meno soli e più fiduciosi.
E infine: scegli una canzone che per te rappresenta il concetto di better normal
Ho scelto Sunrise di Giovanni Allevi: l’ascolto spesso quando ho bisogno di ritrovare energia e buonumore. L’alba rappresenta la transizione tra il buio della notte e la luce del giorno ed è un nuovo inizio. Dopo ogni notte c’è sempre un nuovo giorno.
Grazie, e arrivederci a Punta Marina!
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