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Patrizia Polito

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Verso Il #freelancecamp: Patrizia Polito

Scritto da Silvia Versari il 24 Agosto 2016
Patrizia ha lavorato nel marketing per 15 anni, poi ha deciso di aprire una IAD e fare il pane il casa. Cos'è una IAD? Ce lo racconterà nel suo speech.


Che lavoro fai?

L’anno scorso ho aperto una IAD, ossia un’Impresa Alimentare Domestica. Detta in breve: preparo tutto ciò che si può realizzare con la pasta madre, cioè pane e grandi lievitati che poi vendo. Tutto nella cucina di casa mia ;-) LaIAD, infatti, è un’attività imprenditoriale a tutti gli effetti, rischi e incertezze compresi. Ma come dico sempre: a differenza di prima, ora la fatica ha un senso! Quando sforno un pandoro o sento la casa inondata dal profumo del pane mi sento felice! Siamo ancora poche in Italia ma cresciamo velocemente. Una curiosità: siamo tutte donne e mamme!
A proposito: prima ero una consulente di comunicazione e marketing.

Lavorare da freelance è stato (ed è) un obbligo o una scelta?

Una scelta. Ho fatto vita d’azienda per 15 anni ma sentivo che non faceva per me. Allora ho preso il coraggio a quattro mani, mi sono licenziata e ho co-fondato una piccola agenzia di comunicazione. Ma ancora non avevo raggiunto il giusto equilibrio personale. A questo punto mi sono rimessa in gioco. Alla soglia dei 50 anni ho detto alt: è arrivato il momento di cambiare nuovamente. Dopo oltre 20 anni dedicati alla comunicazione e al marketing avevo bisogno di fare qualcosa di manuale: ho cominciato a fare il pane, prima per la famiglia, poi per gli amici. E così ho cercato di capire se questa passione potesse diventare qualcosa di più. Ho fatto qualche ricerca, ho incontrato persone qualificate che mi hanno aiutata con la burocrazia, ho fatto un grande respiro e… mi sono lanciata nell’avventura.

Da 1 a 10, quanto ti soddisfa il tuo lavoro per quel che riguarda:

  • Aspetti economici: sono ancora agli inizi e ho investito molto sia nell’attrezzatura che sulla formazione ma non mi lamento, so che posso crescere. Per adesso direi 5.
  • Gestione dei tempi di vita e di lavoro: certo bisogna conciliare tante cose ma direi che un 9 ci sta tutto!
  • Relazioni umane: anche se passo molto tempo in cucina da sola ho tantissime possibilità di incontrare e conoscere persone. Anche qui dire 9.

Cosa vuoi fare da grande?

Ahaha direi che sono già grande! Almeno anagraficamente ;-)
Scherzi a parte, voglio continuare a portare avanti questo progetto, far crescere MammaFornaia, aiutare altri a intraprendere questa attività e diffondere la conoscenza sul mondo della panificazione. Sto già lavorando alla fondazione di un’associazione ;-)
Mi posso dire soddisfatta del percorso intrapreso: posso utilizzare tutta la mia esperienza professionale passata e metterla al servizio della passione dell’arte bianca.

Farai uno speech dal titolo “Ho aperto una IAD”. Cosa ci racconti?

Spiegherò cos’è un’Impresa Alimentare Domestica, come sono nate, come si aprono, come funzionano, perché ho fatto questo passo dopo 25 anni di esperienza in comunicazione d’impresa. E in un’età “matura” ho dato una svolta totale alla mia vita. Poi un’analisi dell’attuale situazione in Italia con una piccola curiosità: ad oggi, sono tutte imprese al femminile.

Una IAD è una microimpresa, e tuttavia anche tu, come Mamma Fornaia, contribuisci da sponsor al Freelancecamp. Perché lo fai?

Ho deciso di sponsorizzare il Freelancamp perché ritengo che sia un appuntamento significativo, che infatti sta crescendo negli anni, per entrare “dentro” alla realtà lavorativa di questi ultimi anni. Significa conoscere e confrontarsi con storie ed esperienze diverse come genesi ma dal comune denominatore: essere un freelance, vuoi per scelta, vuoi per necessità. Questo è un aspetto molto interessante.

La nostra società ha visto un’evoluzione sociale che ha abbandonato l’idea del posto fisso con tutto il percorso predeterminato che questo comportava, sia nella scelta degli studi che delle professioni. Particolarmente colpita da questa partenza “tradizionale” per trovarsi a dover affrontare un nuovo percorso che non ti appartiene per mentalità o personalità è la generazione di mezzo, quella tra i 40 e i 50 che si è vista cambiare sotto il naso un mondo lavorativo sul quale aveva pianificato la propria vita.
Di conseguenza anche la cultura del Paese sta cambiando ma con una velocità nettamente inferiore alle esigenze sociali, complici anche percorsi accademici obsoleti.
Le attuali generazioni che vanno dai 30 ai 50 anni (e a volte oltre) devono fare i conti con questa nuova situazione e cercare una strada alternativa. Quale? è la domanda cruciale. Con l’aggiunta dell’aggravante di doversi muovere in un mondo del lavoro superato che ha talvolta vergognosamente sfruttato la crisi e il cambiamento sfruttando le persone in modo indegno.
Le imprese alimentari domestiche sono forme di micro imprenditoria che permettono di realizzare un’attività di produzione di cibo nella cucina di casa in modo perfettamente legale. Stiamo parlando di qualcosa di assolutamente nuovo e credo che parlarne e farle conoscere, capire come funzionano, lavorare affinché si possa realizzare una legislazione nazionale che le regolamenti possa essere utile a tutti. Insomma è aggiungere un altro tassello al puzzle. Senza considerare che si tratta di un’attività fatta alla luce del sole, totalmente lecita, con regole precise e che, tra l’altro, combatte il dilagante nero del settore alimentare.

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