[Osvaldo Danzi durante il Freelancecamp 2013 ci ha raccontato ciò che da alcuni anni fa Fiordirisorse; quest’anno torna per ascoltare e chiacchierare, e noi ne siamo molto contenti]
Molti pensano che fare i freelance sia un ripiego, magari perché non si trova lavoro, altri che sia una missione. Tu come ti poni?
Rispondo a questa domanda nella doppia veste di chi di punto in bianco si è ritrovato a uscire da un’azienda e quindi si è dovuto re-inventare un lavoro, avendo però la fortuna di fare un mestiere, quello del recruiter, che mi aveva già dato gli strumenti utili per capire e sapere come pormi sul mercato del lavoro. Quali fossero cioè i miei limiti (età, esperienza, reddito) e quali i punti di forza.
Purtroppo per molti la partita IVA è un ripiego necessario; il mio suggerimento è quello di NON fare questo passo se non si ha un mercato concreto di riferimento, un prodotto/servizio valido, un network di riferimento. Ma soprattutto, non fare questo passo se non si ha un equilibrio mentale e sociale perfetto. Non dilapidate le liquidazioni in master assurdi che promettono riqualificazioni immediate o corsi di automotivazione. Il freelance per necessità deve darsi sei mesi di tempo per viaggiare, guardare cosa succede in altri Paesi, creare un progetto efficace, intervistare altri freelance, organizzazioni e reti del proprio settore, trovare uno o più soci con cui condividere il progetto e poi partire. Per altri invece è una missione: persone che non accetterebbero mai di vivere a orario e per questi il mondo della libera professione è un ambiente naturale. Personalmente ho imparato ad adattarmi molto bene a questa seconda ipotesi che oggi vivo con grande naturalezza.
Trovaci un’immagine che rappresenta per te il freelancismo
Freelancismo per me significa gestire in autonomia il proprio tempo, poter riempire la macchina in qualsiasi momento, caricare Nasdaq e andare via. Ma anche lavorare da qualsiasi posto senza essere costretti da un ufficio. E soprattutto “relazioni”. Sono anni che non subisco più le mail aziendali e le “seghe mentali da organigramma”. Le mie relazioni sono sane.
Come ti immagini il freelance camp? Tu che hai già partecipato, come te lo immaginavi e cosa hai portato a casa?
È l’occasione perfetta per cominciare: confrontarsi con chi ha iniziato questa fase della vita, chi lo fa da sempre e chi sa che in breve dovrà iniziare a farlo. Ho partecipato l’anno scorso e con alcuni contatti abbiamo portato avanti delle collaborazioni, con altri abbiamo iniziato a prevederne e in ogni caso si recepiscono spunti fondamentali. Gli errori e i successi degli altri sono grandi spunti di riflessione e un tesoro di esperienze fondamentali.
Qual è la tua Twitter bio? ce la spieghi?
Ho due account twitter: uno come @FiordiRisorse, che è la Business Community di riferimento per Linkedin (citata come best practice italiana) e qui c’è poco da spiegare… Un account fake invece, che uso per lanciare flame durante gli eventi. Ma questo è segreto!