In poche righe: chi sei, cosa fai e a chi puoi essere utile.
Nasco come traduttrice ma poi nel mio cammino, quasi per caso, mi trovo a insegnare e mi appassiono! Ho sempre a che fare con le lingue, l’inglese e lo spagnolo, e le relative culture. La traduzione e l’insegnamento sono due attività diverse ma anche complementari. Questo aspetto mi affascina e mi aiuta a completarmi.
Io sono qui per permettere ai miei clienti di ampliare gli orizzonti, nei loro viaggi e/o nella comunicazione internazionale.
Vuoi salire a bordo?
Hai una macchina del tempo e ti incontri al tuo primo anno da freelance. Cosa ti dici?
Tieni sempre a mente quale sarà il tuo passo successivo, fai rete e soprattutto: credi in te stessa e nelle tue capacità!
Come hai vissuto questo anno di lavoro e tutti i cambiamenti dovuti alla pandemia?
In principio con ansia considerando che tutti i corsi in azienda sono stati congelati, poi come una sfida, un invito (molto diretto) a creare qualcosa di nuovo, a pensare in modo diverso.
Cosa ti porterai dietro di questi cambiamenti anche quando torneremo a poter viaggiare e incontrarci?
Lo stupirsi delle piccole cose, il tempo lento e l’importanza delle relazioni che contano.
Hai già partecipato al Freelancecamp?
Sì.
C’è un talk del Freelancecamp che ti ha insegnato qualcosa di utile che ti è servito durante l’emergenza Coronavirus?
“Run like a freelance” di Donata Columbro, perché la mia “corsa” è stato il Coronavirus. Questa situazione ha sottolineato quale che può accadere sempre, e ho capito come fare per non farmi trovare più impreparata. Bisogna allenarsi anche per le “crisi”.