Ciao Roberto, ci racconti chi sei, cosa fai e a chi puoi essere utile?
In arte Kalamun, mi occupo di comunicazione visiva digitale. Se lavorare ha un senso, io lo trovo nell’imparare e nello sperimentare, così in 20 anni di carriera ho cambiato molte definizioni ma tutte avevano in comune i pixel.
(E comunque, fossi in voi, io ora andrei a leggermi anche tutte le altre sue interviste).
Il tema di dicembre è la CASSETTA DEGLI ATTREZZI per la nuova normalità. Mi dici 5 strumenti che hai messo a punto negli ultimi 2 anni?
- Ho iniziato a usare GitHub veramente, in team, e lo trovo uno strumento versatile, completo, sorprendentemente utile. Difficile da imparare, ma insostituibile.
- Non ho mai amato Trello finché ho scoperto che è uno strumento fantastico se organizzato bene, altrimenti non serve a nulla.
- Toggl fa talmente parte della mia routine, che quasi non mi veniva in mente di citarlo.
- Slite: ci scrivo un sacco di cose che mi aiutano a organizzare le idee. Ha un’ottima UX, che mi permette di concentrarmi su quel che sto pensando, ed è il solo motivo per cui lo uso al posto di un qualsiasi altro programma di scrittura o annotazione.
- Un server personale: ho un computer in casa esposto sul web. Lo uso come ambiente per sperimentare, ci installo robaccia e provo le peggio cose. Il consiglio non è di avere un server, ma di avere un ambiente di gioco e sperimentazione: è importante avere progetti personali, stimoli nuovi, provare ad anticipare il futuro.
Tizio, Caia e Francə sono al loro primo Freelancecamp. Consiglia loro un talk degli anni passati da guardare assolutamente.
“Il cliente tossico“, di Giuliana Laurita (qui c’è anche la trascrizione n.d.r.).
Perché ti farà perdere tempo, soldi e fiducia in te stessə. A me succede ancora, dopo 16 anni di freelancismo.
Ricordi perché hai partecipato la prima volta? Cosa cercavi? L’hai trovato o hai trovato qualcosa di diverso?
Cercavo una comunità con cui condividere esperienze, l’ho trovata, eccome!
Scegli una canzone di augurio per il 2022 e dedicala a qualcuno.
A chi si sente come un sacco da box tra impegni, tasse, scelte scelte scelte e scegli bene che sennò, e le vite perfette sui social e i talk dove anche le sconfitte sono vittorie e lo yoga e le palme e quelli che mettono il fatturato nelle newsletter e tu sempre lì, inadeguato, mai abbastanza.
“Fuck all the perfect people“.
A un 2022 più leggero, accada quel che accada, poi ci ripensiamo nel 2023.
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