In poche righe: chi sei, cosa fai e a chi puoi essere utile.
Sono felicemente freelance. Per l’esattezza giornalista ambientale e social media manager da 12 anni. Mi occupo di comunicazione, formazione e sviluppo di strategie di comunicazione web e una buona parte dei progetti è legato alla Green Economy. Sono poi docente, in tali campi, in corsi e master. Collaboro come giornalista freelance con varie testate. Sono spesso una “volontaria digitale” per le onlus con cui collaboro, ovvero do supporto a campagne social nei progetti in cui credo, buona parte dei quali sono legati ad associazioni green.
Hai una macchina del tempo e ti incontri al tuo primo anno da freelance. Cosa ti dici?
Nella vita avrai solo un rimpianto: non aver iniziato prima. Ma recupererai tutte le soddisfazioni! Ci sei portata anche se all’inizio non lo sapevi (ma allora non è che ti ponessi tutte queste domande!). Un’ultima cosa: “nella vita non si smette mai di imparare” non è una frase fatta, ma la costante realtà per un freelance. Quindi continua ad amare lo studio perché ti accompagnerà a lungo (però con la passione ad accendere gli entusiasmi la fatica spesso non si sentirà).
Come hai vissuto questo anno di lavoro e tutti i cambiamenti dovuti alla pandemia?
Poco prima della pandemia continuavo a dire a tuti che sentivo il vento di cambiamento che incrocio ogni 10 anni nella mia vita e avevo deciso che avrei dovuto fare alcune significative modifiche. Il virus in questo mi ha decisamente “assecondata”, pure troppo! Anche ora che siamo in una sorta di fase 2.5, il Covid impone una routine che prima non avrei mai avuto. Zero viaggi, zero cene di lavoro, nessun evento fisico, tutte cose che amo molto. Ma al contempo posso seguire mio figlio, accompagnarlo a scuola e riprenderlo (non esistono servizi pre e post scuola causa virus…). Il lavoro è in ogni caso sempre tanto, le giornate e le settimane a volte si dilatano più del dovuto ma non mi lamento. Riuscire a coniugare lavoro e vita familiare al giorno d’oggi lo reputo un successo a prescindere. Figuriamoci ai tempi della Pandemia. Anzi magari confido di ripetere mesi di smart working vista mare anche questa estate, cosa che ho potuto fare l’anno scorso e che ho davvero apprezzato.
Cosa ti porterai dietro di questi cambiamenti anche quando torneremo a poter viaggiare e incontrarci?
Io sono grata ogni giorno per essere ancora qui con i miei cari. La felicità spesso è anche nelle piccole cose. Confido di non dimenticare quanto tutto ciò sia importante. Spero poi che anche gli altri abbiano imparato che spesso gli strumenti digitali rendono alcune cose più semplici, veloci ed economiche. Quindi mi auguro che, quando si potrà, si sceglierà di volta in volta cosa conviene. Tornare a viaggiare e incontrarci sì, per piacere e quando serve. Non magari per una semplice riunione…
Hai già partecipato al Freelancecamp?
Sì.
C’è un talk del Freelancecamp che ti ha insegnato qualcosa di utile che ti è servito durante l’emergenza Coronavirus?
Lo ritengo un video strepitoso. Donata Columbro è eccezionale e chi lo conosce già lo sa. Ma con questo racconto ha davvero reso bene il concetto: “Ho scoperto che si impara di più dagli errori che dai successi”
Sei già nel Freelancecamp Club?
Sì.
Come è stata finora la tua esperienza del Freelancecamp Club? Cosa ti aspetti, cosa vorresti?
La ritengo una meravigliosa sala da tè con amici. Anche se non conosci tutti sai di parlare “a gente come te”. Ho sempre sentito un forte senso di appartenenza ai FreelanceCamp, quindi il Club non ha fatto che suggellare tutto ciò.
Scegli una canzone che per te rappresenta lo spirito del freelance. Perché hai scelto proprio questa?
Perché sull’essere supereroi ci stiamo ancora attrezzando e poi a volte per far scendere il nervosismo cantare qualche minuto è terapeutico. Provate con questa canzone e mi saprete dire!