In poche righe: chi sei, cosa fai e a chi puoi essere utile.
Ciao! Mi chiamo Monica e collaboro come assistente virtuale con altre freelance e piccole imprenditrici online come me, perché delegare non è un privilegio soltanto per chi fa i soldoni!
Le aiuto a liberare parte del loro tempo (non a caso, il mio motto è Ossigeno per il tuo Biz) prendendomi cura di alcune attività digitali come la preparazione del blog, delle newsletter e la programmazione dei social ma anche rispondendo alle email, revisionando i testi oppure aggiornando database.
In questo modo loro possono felicemente concentrarsi sul cuore della loro attività :)
Qual è stato il giorno più bello della tua vita da freelance? E perché?
Domanda difficile!
Per fortuna di giornate belle ne ho vissute parecchie da quando sono freelance ma direi che forse quella in assoluto più bella è stata il primo giorno da libera professionista, il 20 febbraio 2016, non tanto per quello che ho fatto (a essere onesta non ricordo nemmeno come ho passato quelle ore!) ma proprio perché ha rappresentato l’inizio della libertà e della soddisfazione che mi erano tanto mancate.
Quest’anno al Freelancecamp ci saranno momenti dedicati espressamente a conoscerci meglio; chi vorresti incontrare?
Tutti!
Per me sarà un’ottima occasione per vedere finalmente dal vivo alcune delle persone con cui in questi anni ho interagito e/o ho seguito online ma che non ho mai avuto opportunità di incontrare (come Paola Nosari, Carlotta Cabiati, Francesca Marano e ovviamente voi del Freelancecamp!).
Ma anche rivedere e scambiare quattro chiacchiere con chi già conosco meglio (come Silvia Gazzotti e Ljuba Daviè).
E soprattutto incontrare tanti altri nuovi freelance a cui poter lasciare qualcosa di utile e con cui confrontarmi per tornare a casa io stessa ancora più ispirata :-)
Hai già partecipato al Freelancecamp?
No, è la prima volta.
Bene! E noi siamo proprio felici di conoscerti.
Da quanto tempo lavori come freelance? È stata una tua scelta o un obbligo? Torneresti indietro?
Da poco più di 3 anni: diventare freelance per me è stata una specie di rivelazione perché è stata una scelta in reazione a una situazione lavorativa che mi rendeva piuttosto infelice.
Mai avrei pensato che “mettermi in proprio” si sarebbe rivelata una decisione così stimolante e arricchente. Ovviamente gli alti e i bassi non mancano ma la sola idea di avere la piena responsabilità, nel bene e nel male, di quello che posso creare mi fa sentire libera di sperimentare e fare quello che più desidero.
Insomma, ora come ora non tornerei indietro per nulla al mondo, anzi.
Perché vieni al Freelancecamp?
Perché ne ho sempre sentito parlare benissimo da chi ha già partecipato e sono diversi anni che cerco di organizzarmi per riuscire a venire! Cerco di non sovraccaricarmi di eventi di questo tipo, altrimenti il rischio è di tornare a casa con un sacco di informazioni e di dimenticarle dopo breve tempo, però quest’anno volevo fare qualcosa di diverso dagli altri anni e, perché no, mettermi un po’ alla prova per uscire dalla famosa “zona di comfort”.
E poi la location è letteralmente a due passi dal mare, che io adoro, quindi non potevo lasciarmi sfuggire questa occasione!
Qual è la cosa migliore che potrebbe accaderti al Freelancecamp? E la peggiore?
La cosa migliore (e quella che mi auguro!) è di conoscere tante altre professioniste da cui imparare e con le quali poter avere scambi interessanti su tanti degli argomenti che ci accomunano come freelance.
Mi immagino questo evento stimolante e accogliente, come se fosse una grande cena tra amici e conoscenti!
La cosa peggiore che potrebbe capitarmi invece è di non riuscire a trasmettere nel modo più efficace e utile durante il mio workshop, sono una persona abbastanza timida e ancora relativamente newbie in fatto di speech e interventi dal vivo quindi sto lavorando affinché le emozioni non mi giochino brutti scherzi in una giornata così importante.
Nella giornata di corso del 23 maggio su “come diventare freelance migliori“, tu ci parlerai di strumenti e metodi per organizzarsi. Vuoi anticipare un piccolo consiglio che aiuti i partecipanti a organizzare meglio il loro Freelancecamp?
Volentieri! Il consiglio migliore che mi sento di dare a chi si sta preparando per il Freelancecamp non riguarda però tanto strumenti e metodi in tema organizzazione quanto piuttosto un discorso di atteggiamento: per esperienza infatti, sono riuscita a cogliere il meglio di questo tipo di eventi quando ho partecipato con lo spirito curioso e attento di chi era lì non solo per imparare ma anche per creare relazioni e scambiarsi emozioni con le altre persone, che fossero speaker o meno.
Hai scelto di sostenere il Freelancecamp anche come sponsor: perché pensi sia importante, anche da parte di chi non è una grande azienda?
Perché credo che ognuno di noi possa dare il proprio contributo, piccolo o grande che sia, alle cause in cui crede. Le grandi realtà sono quelle che più probabilmente hanno budget per questo tipo di iniziative ma siamo soprattutto noi “piccoli” che possiamo e dobbiamo darci l’esempio a vicenda, spronarci a non lasciarci abbattere dalle difficoltà della vita da freelance.
Quando lo sono diventata io non mi aspettavo di trovare tutta questa ricchezza di risorse, iniziative, stimoli; quindi cerco sempre, per quanto mi è possibile, di dare il mio contributo affinché tutti possiamo vivere felicemente il fatto di essere freelance.
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