Chi sei, cosa fai, a chi puoi essere utile?
Sono una consulente di comunicazione: aiuto professionisti e aziende a far conoscere i propri servizi e prodotti. Lavorando da molti anni (dal 1985!!!) scelgo di volta in volta quale competenze offrire per ottenere i migliori risultati (dalla grafica, alla produzione di contenuti verbali, creazioni di strategie, packaking…).
Con il tempo mi sono creata un mio spazio ideale: collaboro con uffici marketing di grandi aziende e offro soluzioni integrate, veloci, efficaci e al giusto costo, con modalità fluide e snelle, cosa che le grandi agenzie non possono offrire). Mi chiamano il team miracoli. :)
Il mio stile di lavoro è molto informale e orizzontale e soprattutto concreto e fattibile: si cerca insieme la soluzione migliore (tempo, denaro, possibilità…) per quel progetto.
Quando collaboro con i liberi professionisti, e in generale sempre, tengo presente l’aspetto umano: spesso prima di cominciare a comunicare bisogna capire se ci siano dei blocchi e cosa sia possibile effettivamente proporre come personal branding, senza sentirne il peso, la forzatura e l’angoscia.
Mi piace pensare che la mia consulenza sia “accogliente”.
Sono la dimostrazione che sì, si può vivere, mantenersi e divertirsi da freelance per lungo, lungo tempo…
Finalmente ci vediamo dal vivo! Cosa ti aspetti da questo incontro?
Sono una veterana del Freelancecamp (fatti tutti!), ma ogni volta è una esperienza diversa!
So che incontrerò persone curiose e generose, pronte al dialogo e al confronto, che il tempo insieme sarà ricco e piacevole, e che mi porterò a casa tante domande, che è poi il modo migliore per crescere.
Ogni anno mi sorprende piacevolmente il grande entusiasmo dei giovani freelance, la loro determinazione e professionalità. Li trovo bellissimi e sicuramente lo scambio che si crea tra esperienza e dinamismo è molto potente!
Ci dici qual è per te l’aspetto migliore dell’essere freelance? E l’aspetto peggiore?
Essere freelance è come dicono i cubani, vivere “arriba de la ola” (vivere sulla cresta dell’onda), cioè comprendere il cambiamento e aiutare gli altri a non averne paura e trasformarlo in crescita e comunicazione. È essere in movimento, e per me è una scelta naturale e necessaria: non amo la gerarchia e sono profondamente libera e indipendente.
Essere freelance mi permette di vivere ogni giorno la vita che voglio e dove voglio, e magari anche cambiarla ogni volta (vedi Barcellona per esempio). Tutta questa libertà ha un suo “contesto”, che con il tempo si impara (si deve) a gestire: l’insicurezza economica, la necessità di avere un equilibrio personale che permette di gestire i ritmi del lavoro e a volte la solitudine, la multidisciplinarità (creare, vendere, gestire) e una visione fluida del business (guadagnare anche da altre fonti, per esempio…).
Il freelance è l’imprenditore (e il genitore) di se stesso, umanamente e professionalmente.
Metti che facciamo una banca del tempo dei freelance: cosa offri e cosa cerchi?
Si possono offrire abbracci? Scherzo!
Mi piacerebbe offrire un po’ della mia esperienza e le mie competenze di grafica e copy in progetti integrati. Cerco amanti dei numeri e persone ordinate e organizzate, che si integrino bene con la mia visione olistica della comunicazione e il mio spirito creativo (dentro le cornici).
Nel Freelancecamping che vorrei c’è un talk che parla di…
Mi piacerebbe sentir parlare di come sta cambiando e dove sta andando la comunicazione oggi.
Quali canali, quali linguaggi, quali strumenti, che figure professionali, che libri, che studi etc…
Come visione generale, ma anche più tecnica.
Cosa vorresti oltre ai talk, le gite, le passeggiate, le grigliate, la spiaggia…?
Ballare?
Tizio, Caia e Francə sono al loro primo Freelancecamping. Dai un consiglio per rompere il ghiaccio.
Cammina con noi la mattina in spiaggia, è un modo informale e piacevole di rompere il ghiaccio e di raccontarsi agli altri. Frequenta tutti gli spazi comuni e i tempi comuni, senza nessuna remora.
Poi presentati a tutti! Un sorriso diretto, una stretta di mano, una birra insieme sono il modo migliore per sentirsi parte del gruppo: siamo tutti qui per conoscerci e confrontarci, manchi solo tu, per cui dai, meglio essere generosi e non tirarsi indietro.
Se hai qualche dubbio, chiedimi pure!
Vuoi farti una domanda e darti una risposta?
“C’è un piccolo segreto sul lavoro che hai scoperto in questi anni e che per te funziona?”
Si, che quando tutto va storto, è difficile e faticoso è il momento di respirare, abbassare le spalle, buttarcisi dentro e accogliere quello che si sta facendo. Resistere, arrabbiarsi, soffrire, spesso non cambia o risolve le situazioni. Essere presenti a se stessi, non abbandonarsi, credere di potercela fare, sorridere, chiedere aiuto… amare quello che faccio e non farmi schiacciare. Per me funziona sempre!
Se facessimo il karaoke (che ti assicuro, non faremo!) che canzone canteresti e con chi? Non lo faremo mai, quindi scatena la fantasia in tranquillità :-D
È la canzone che ho in testa oggi, dove c’è la mia frase preferita: si fa quel che si può!
“L’angelo e la pazienza” di Fossati.