In poche righe: chi sei, cosa fai e a chi puoi essere utile.
Creo strategie di comunicazione digitale per business sostenibili e liberi professionisti.
Qual è stato il giorno più bello della tua vita da freelance? E perché?
Quando sono stata riconosciuta a un evento a cui partecipavo “in incognito”. In quel momento ho capito che stavo facendo un buon lavoro e stavo ispirando altre persone con la mia comunicazione.
Quest’anno al Freelancecamp ci saranno momenti dedicati espressamente a conoscerci meglio; chi vorresti incontrare?
Chi lavora con etica, chi ha la visione di un ecosistema (digitale e non) fatto di storie e consapevolezza, qualità del contenuto e ispirazione. Vorrei condividere il mio percorso con chi crede nel web come strumento di confronto e crescita, con chi ha voglia di costruire una comunicazione fatta di belle storie, di grande umanità ed emozioni forti.
Basta lamentele: è tempo di portare alla luce i piccoli brand che hanno anima e coraggio da vendere, tirare fuori il loro tono di voce e dimostrare che esiste un modo etico e sostenibile di comunicarsi online. E non solo.
Hai già partecipato al Freelancecamp?
No, è la prima volta.
Bene! E noi siamo proprio felici di conoscerti.
Da quanto tempo lavori come freelance? È stata una tua scelta o un obbligo? Torneresti indietro?
Lavoro da freelance da circa due anni. Per un periodo di tempo sono stata una freelance part-time, dato che ho mantenuto il mio lavoro nell’azienda per cui lavoravo da tempo con un contratto a tempo indeterminato. Quando mi sono sentita pronta ho lasciato quel porto sicuro e ho preso il largo. Ora sono una freelance a tempo pieno.
Perché vieni al Freelancecamp?
Perché le situazioni di confronto ci permettono di crescere come esseri umani e come professionisti. Perché restare nella nostra zona di sicurezza quando possiamo ridefinire i nostri confini?
Qual è la cosa migliore che potrebbe accaderti al Freelancecamp? E la peggiore?
La cosa migliore che possa accadermi è di tornare a casa carica di entusiasmo, voglia di fare, mettermi in gioco.
La peggiore? Non ci penso, perché ogni situazione in cui ci troviamo ci arricchisce.
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