In poche righe: chi sei, cosa fai e a chi puoi essere utile.
Lavoro in quello che viene definito il mondo delle Risorse Umane. Quando collaboro con le aziende mi occupo di recruiting, formazione e assessment. Ai privati invece propongo consulenze di autovalutazione, orientamento e supporto per affrontare nel miglior modo possibile il mercato del lavoro. Mi occupo anche si revisione e riscrittura del CV.
Qual è stato il giorno più bello della tua vita da freelance? E perché?
Non saprei, non ho un ricordo preciso ma ho un profondo senso di gratitudine quando mi rendo conto di poter contare su libertà che tante altre persone non hanno. E per me è fondamentale, non solo perché sono mamma, ma perché sono io. Questa gratitudine vince sul fastidio che mi provoca il nostro regime fiscale e in generale un sistema politico, di paese e di mercato non particolarmente incentivante verso chi decide di lavorare come libero professionista.
Quest’anno al Freelancecamp ci saranno momenti dedicati espressamente a conoscerci meglio; chi vorresti incontrare?
Escludendo il principe azzurro, che sono a posto così, direi chiunque abbia voglia di confrontarsi sui temi legati allo sviluppo personale (tema caldo per me in questo momento). Ma vorrei prenotare anche chi sa fare i massaggi (Angelo, questa è per te!).
Hai già partecipato al Freelancecamp?
Sì! [Ecco il suo lungo carnet!].
E noi siamo proprio felici di rivederti! In questi anni come è cambiato il tuo modo di lavorare? Hai migliorato la gestione di tempo/soldi/clienti?
In parte sì ma in parte sento anche di essermi molto fermata in questi anni. Ho l’impressione, per alcuni aspetti, di aver chiuso alcune porte di riflessione e di crescita e sento il bisogno di aprire le finestre e di far passare aria nuova.
C’è una persona che hai conosciuto al Freelancecamp e ora è presenza stabile nella tua vita o nel tuo lavoro?
Hai voglia! Più di una.
Qual è l’intervento del Freelancecamp che ti ha insegnato/colpito/cambiato di più? Perché pensi che chi non l’ha visto dovrebbe proprio vederlo?
Posso dire che queste domande sono difficilissime? Comunque ecco, lei, la Marano.
Perché è da vedere? Evitando risposte scontate e stucchevoli legate al mio infinito affetto per Francesca, il suo è uno speech tra i più scomodi (insieme a quelli che parlano di soldi e contabilità). E, per chi come me, agisce sull’onda dell’entusiasmo e senza un minimo di struttura, le sue parole sono utilissime. Io ancora non lo faccio il Business Plan, però ogni volta che devo strutturare un servizio penso alle sue parole e ci metto un pizzico in più di razionalità. Però è ingiusto sceglierne uno solo.