In poche righe: chi sei, cosa fai e a chi puoi essere utile.
Sono Monja, un’operatrice shiatsu e una counsellor. Facendo counselling shiatsu aiuto persone con una vita densa e impegnata a vivere e lavorare meglio, per essere più felici.
Qual è stato il giorno più bello della tua vita da freelance? E perché?
Non ho in mente un giorno preciso, ma una sensazione: quando mi sono resa conto di non essere sola. Nel tempo mi sono costruita tante piccole e grandi reti di freelance con cui lavoro, gioco, scherzo, scambio, collaboro e da cui traggo grande ispirazione. Da sola non potrei sopravvivere là fuori.
Quest’anno al Freelancecamp ci saranno momenti dedicati espressamente a conoscerci meglio; chi vorresti incontrare?
Ho tanta voglia di rivedere chi aspetto praticamente da un anno all’altro (dico solo un nome: Angelo Ghigi, ma siete tantissimi, cuori miei). Sono introversa, e sono intimorita dai momenti di networking “standard”. Di solito preferisco che la mia presenza venga acquisita a forza di vedermi e rivedermi (ah, sì, lei è Monja!), ma confido di potercela fare a dire “ciao, sono Monja” a Simona Calavetta e Alessia Savi che seguo da un po’ e a qualche vecchia guardia come Marco Brambilla. Se qualcuno vuole conoscere me vi prego: venite a salutarmi che io sono felice.
Hai già partecipato al Freelancecamp?
Sì! [Qui il suo carnet di interviste e interventi].
E noi siamo proprio felici di rivederti! In questi anni come è cambiato il tuo modo di lavorare? Hai migliorato la gestione di tempo/soldi/clienti?
Ho migliorato moltissimo la gestione del tempo e la consapevolezza economica. Ho in mente un vecchio talk di Alessandra, che mi ha aperto gli occhi: i conti della (libera) serva. Da lì in poi è stato tutto un cercare il modo migliore di essere veramente freelance, ottimizzando tempo e soldi.
C’è una persona che hai conosciuto al Freelancecamp e ora è presenza stabile nella tua vita o nel tuo lavoro?
Moltissime! Tatiana Cazzaro, Chiara Magnani, Giulia Tosato, Deborah Ugolini, Silvia Versari, per esempio. Alcuni non so più nemmeno se li ho conosciuti al Freelancecamp o meno, perché sono diventati amici o persone di riferimento, mi sembra di conoscerli da sempre. Con Tatiana abbiamo fatto una piccola collaborazione una volta, ma per com’è fatto il mio lavoro in questo momento è un po’ complicato lavorare con altre persone distanti fisicamente da me.
Qual è l’intervento del Freelancecamp che ti ha insegnato/colpito/cambiato di più? Perché pensi che chi non l’ha visto dovrebbe proprio vederlo?
Ripeto quello di Alessandra sui conti della (libera) serva
Apre gli occhi sulla questione finanziaria: qualsiasi sia il regime in cui si sceglie di essere liberi professionisti bisogna fare i conti, altrimenti si è destinati a perdersi.