In poche righe: chi sei, cosa fai e a chi puoi essere utile.
Attualmente divido il mio tempo lavoro tra il supporto ai clienti di un noto plugin per WordPress e la comunicazione per una sede territoriale di una associazione di rappresentanza cooperativa. Ma talvolta faccio anche consulenze individuali. Ho una formazione da educatrice professionale, e l’aver appreso le tecniche della relazione di aiuto e del mentoring mi è utilissimo anche nei miei lavori attuali. Oggi applico quei concetti nel mio lavoro con le persone, sia quando le assisto nel supporto tecnico via email, sia quando faccio loro consulenza. Le persone si rivolgono a me quando vogliono occuparsi in proprio della gestione del loro sito, o capire di più come si usano i social. Talvolta anche per migliorare la loro capacità di usare i dispositivi elettronici. Attraverso la metodologia del mentoring io le aiuto a raggiungere i loro obiettivi.
Che conseguenze ha avuto e sta avendo l’emergenza Covid-19 sul tuo lavoro?
Lavoro di più… e ho ripreso a fare yoga! Mi spiego. Dal 2017 lavoro da remoto, solitamente in spazi di coworking. Quindi non ho avuto difficoltà a lavorare lontano da un ufficio o, come è di moda dire, in smart working. La mia attività con la società olandese (quella del plugin) non ha subito alcun fermo. Anzi, al supporto abbiamo avuto un incremento esponenziale di richieste, forse anche perché le persone obbligate a fermarsi hanno iniziato a occuparsi dei propri siti. E ho lavorato qualche ora in più del mio programma settimanale.
Se io non avevo problemi a lavorare da remoto, le persone dell’associazione per cui mi occupo di comunicazione a Torino, hanno dovuto, invece, imparare da un giorno all’altro a non andare in ufficio. Sono così completamente cambiate le dinamiche e le modalità organizzative e io mi sono ritrovata a partecipare da 1 riunione al mese a 1 riunione online al giorno. Per non parlare dell’incertezza della situazione (nessuno capiva cosa e come gestire alcune tematiche, per esempio i dormitori per senza fissa dimora) e delle conseguenze delle diverse normative sulla vita delle cooperative che seguiamo.
Per me si è tradotto in riunioni a cui partecipare, leggi da approfondire, articoli da scrivere sul sito, newsletter da pubblicare, quasi sempre d’urgenza. All’inizio ho lavorato anche i sabati e le domeniche. Per fortuna so organizzarmi e, soprattutto, ho i figli grandi che si gestiscono da soli.
Il problema vero è stato lo spazio a casa: 4 persone collegate praticamente tutto il giorno, senza avere spazi di lavoro decenti per tutti, non era una situazione sostenibile. Così, per poter lavorare in pace, ho affittato un alloggio a pochi chilometri da casa e tutti i giorni dal 21 febbraio vado a lavorare lì, da sola, circondata dal verde ;). Ovviamente, spesa e preparazione pasti è continuato ad essere un mio compito, appesantendo il mio carico di lavoro. Come sono sopravvissuta? Riprendendo a fare yoga tutte le mattine prima di iniziare il mio lavoro al supporto. OHM
Hai già partecipato al Freelancecamp?
Sì.
Scegli una canzone che per te rappresenta lo spirito del freelance.
Ecco la canzone: Under pressure, Queen e David Bowie.
I freelance vivono costantemente sotto pressione. Nessuno che garantisce
loro il lavoro sicuro e i clienti che chiedono le cose sempre per ieri
(o quasi). Ma sono loro stessi e felici di esserlo.
Oltre al Networking Corner e all’edizione online, c’è qualcosa che potremmo fare per la community?
Fate animazione sui social, blog, networking corner e pure online. E newsletter che tutti aspettano con ansia… Difficile suggerire altro ;)
C’è un talk del Freelancecamp che ti ha insegnato qualcosa di utile che ti è servito durante l’emergenza Coronavirus?
In tempi di riunioni online, vlog e stories sui social, non c’è dubbio: Sara Abbate – ”Chi ha paura della telecamera”.