In poche righe: chi sei, cosa fai e a chi puoi essere utile.
Mi occupo di localizzazione (ovvero, aiuto le aziende straniere – soprattutto olandesi – a comunicare sul mercato italiano e quelle italiane a comunicare con il mercato olandese) e di tecnologie per la traduzione (machine learning applicata al linguaggio e in particolare di traduzione automatica, tecnologie semantiche). Scrivo di tecnologia e tengo corsi di formazione per aziende che vogliono utilizzare la traduzione automatica o implementare/migliorare il processo di localizzazione.
Che conseguenze ha avuto e sta avendo l’emergenza Covid-19 sul tuo lavoro?
Per ora le conseguenze non sono particolarmente catastrofiche. Dopo qualche settimana di vuoto, le cose stanno tornando alla normalità. Si inizia anche a parlare di nuovi business model, di introdurre nuove tecnologie e di rivedere i processi di localizzazione.
Hai già partecipato al Freelancecamp?
No.
Da quanto tempo lavori come freelance? È stata una tua scelta o un obbligo? Torneresti indietro?
Dal 1991. Scelta mia, sicuramente. Anche perché in quegli anni trovare un lavoro fisso in Olanda, come straniera, era piuttosto difficile.
Perché parteciperai all’edizione online del Freelancecamp?
Incontrare persone interessanti (ho pochi contatti con colleghi freelance italiani), partecipare a conversazioni stimolanti.