Chi sei, cosa fai e a chi puoi essere utile?
Sono Francesca e rendo possibile la comunicazione tra persone che non parlano la stessa lingua: interpreto oralmente i loro discorsi, traduco per iscritto il loro testo, insegno loro l’inglese, il tedesco e il francese. Mangerei pizza a colazione, pranzo e cena e sono una teinomane.
Una cosa che in cui sei brava e una che vuoi migliorare nella tua gestione del cliente o del lavoro da freelance?
Mi metto sempre nei panni delle persone che si rivolgono a me e mi piace instaurare con loro una relazione umana, sono felice di essere riuscita ad allenare questo aspetto. Una cosa che invece mi scappa sempre di mano è la stima del tempo richiesto per completare certe task o progetti (anche se sto migliorando perché al tempo stimato iniziale aggiungo sempre un margine cuscinetto).
Quanto ti soddisfa il tuo lavoro per guadagno, bilanciamento tempo e lavoro, relazioni umane?

- gli aspetti economici: 4 su 5.
- la gestione dei tempi di vita e di lavoro: 4 su 5.
- le relazioni umane: 3 su 5.
Sono abbastanza soddisfatta dell’aspetto economico del mio lavoro, anche se soffro molto la non continuità delle entrate e sto lavorando per renderle più omogenee e stabili.
Anche per quanto riguarda la gestione del mio tempo sono piuttosto soddisfatta: per esempio sono riuscita a organizzarmi in modo da regalarmi ogni anno un mese di stacco totale dal lavoro per festeggiare il mio compleanno.
Non sono soddisfattissima delle relazioni umane del mio lavoro: negli ultimi due anni di pandemia mi sono isolata, senza volerlo, e vorrei recuperare (per questo riprendo dal Freelancecamp <3).
Coniuge e buoi dei paesi tuoi? Hai fatto esperienze all’estero di studio o di lavoro?
Adoro le lingue e le culture che comunicano: il mio lavoro si svolge principalmente con l’estero e così ho l’occasione di venire a contatto con persone da tutto il mondo. Mi sento molto fortunata! Ho vissuto in Germania durante l’università e ho amato tutto di quell’esperienza, anche le imperfezioni: i tedeschi sono visti come “perfetti”, ma ho sperimentato come anche da loro ci siano cose che non sempre funzionano bene.
Credo però che, nonostante tutto, ogni cultura abbia lati positivi che possiamo fare nostri per essere persone e professionistǝ migliori.
C’è una differenza che ti ha colpito fra clienti o modi di lavorare?
Le persone del Nord Europa in generale sono molto precise e rispettano di più le regole rispetto aglǝ italianǝ, ma anche loro ogni tanto fanno ghosting. Una cosa che apprezzo moltissimo deǝ mieǝ clienti stranierǝ è che raramente sollevano problemi per le tariffe o le condizioni, mentre in Italia, nel mio settore, sembra sempre di partecipare a un’asta (motivo per cui la maggior parte delle persone con le quali lavoro per traduzioni e interpretariati sono straniere).
Che tipo sei?

Ho paura dell’ignoto, ma mi terrorizza ancor di più restare ferma, intrappolata nella routine e non fare nessun passo in avanti. Per questo spesso mi obbligo a “saltare”, a cercare qualche nuova declinazione del mio lavoro: richiede impegno ed è faticoso, ma mi permette di restare motivata e di non annoiarmi mai.
Nel Freelancecamp International che vorrei c’è un talk che parla di…
Esperienze fatte in prima persona, mi interessano le storie di vita vissuta. Di solito non resto mai delusa dai talk e sono molto curiosa di ascoltare quelli di questa edizione!
E invece tu di cosa ci parli?
Il mio talk si intitola “Problemi di lingua“. Cioè la cosa che per lavorare con l’estero o trasferirti in un altro paese può darti più grattacapi degli F24 italiani. Quindi vi offro una guida pratica senza fuffa per imparare (quasi) qualsiasi lingua senza stress.
Hai già partecipato al Freelancecamp?
Sì!
Tizio, Caia e Francə sono al loro primo Freelancecamp. Cosa dici loro per accorglierl3? Cosa si devono aspettare?
Godetevi l’esperienza e non siate timidǝ, al Freelancecamp è come fare una rimpatriata tra amicǝ anche quando non conosci nessunǝ.
Un talk imperdibile degli anni passati che consigli loro?
“Fallire è un po’ morire e un po’ no” di Nicola Bonora per capire il clima del camp e per sentirsi rincuorati quando si è giù di morale.
Ricordi perché hai partecipato la prima volta? Cosa cercavi?
Ho partecipato perché ero abituata a vedere eventi molto formali con persone ingessate.
Sono stata attirata dal mood tranquillo, dalla spiaggia e dal fatto che partecipassero persone che stimo e ammiro (sì, ok, anche dai mojito!).
Scegli una canzone e dedicala a unə freelancecampista (anche a qualcunə che non conosci ma che vorresti conoscere!).
“Thank you” di Alanis Morissette per voi organizzatorǝ che ogni anno, più volte l’anno, ci date l’opportunità di partecipare al Freelancecamp.
Trovi Francesca qui: