Non poteva che aprire il nuovo canale Alessandra Farabegoli, colei che nel 2012 ha ideato il Freelancecamp insieme a Miriam Bertoli e Gianluca Diegoli.
Nella puntata 0 ci racconta cos’è, e come è nato, il Freelancecamp.
Puoi ascoltare la puntata del podcast, o leggere la trascrizione qui sotto.
Ascolta “S1 P0 Che cos’è il Freelancecamp | Alessandra Farabegoli” su Spreaker.Com’è nato il Freelancecamp: tante cose di cui parlare
Sono Alessandra Farabegoli, insieme a Miriam Bertoli e Gianluca Diegoli nel 2012 abbiamo dato vita al Freelancecamp. Tutti e tre lavoravamo già da un po’ di anni nell’ambito del digital marketing e nel 2012 eravamo da poco diventati freelance. Parlando fra noi delle gioie e dei dolori della vita da freelance, abbiamo pensato di estendere la conversazione ad altre persone: a tutti quei colleghi e colleghe che leggevano i nostri blog, che con noi si confrontavano, lavoravano, conversavano sui social network.
Così abbiamo dato loro appuntamento in un venerdì di fine maggio in uno stabilimento balneare di Marina Romea per fare un barcamp. In questo primo anno eravamo una cinquantina, più o meno.
Un barcamp è una conferenza non-conferenza, cioè un incontro informale in cui le persone arrivano e chi pensa di avere qualcosa di interessante da raccontare attacca il suo post-it e tiene il suo talk.
In quella giornata abbiamo parlato di diverse cose: di homeworking, organizzare l’ufficio in casa, scegliere i clienti, imparare a distinguere quelli giusti da quelli tossici da cui scappare, fare i preventivi, capire quali strumenti usare nella vita di tutti i giorni. Insomma tutti i temi dei quali si è poi sempre parlato in questi anni di Freelancecamp.
Insieme siamo meno soli
La cosa funzionò benissimo: alla fine di quella giornata ciascuno sentiva di avere imparato, di avere condiviso e anche di sentirsi meno solo.
Perché uno dei problemi del lavoro indipendente è che sulle tue spalle gravano tutte le scelte, quindi hai l’impressione di dovere fare tutto per conto tuo, di non avere altre persone con cui confrontarti, con cui condividere le scelte da fare, e anche i criteri con cui farle. Non c’è nessuna azienda che ti dice cosa devi fare perché ci sono le procedure che ti spiegano come si fanno le cose. Te lo devi inventare, costruire con l’esperienza, e a volte le soluzioni giuste di oggi sono diverse da quelle che hanno funzionato in passato. Quindi è molto di aiuto confrontarsi, capire che non si è soli ad affrontare i problemi; è utile vedere come altri li hanno affrontati e spesso risolti. Ti senti, appunto, non da solo in un deserto di problemi, ma insieme ad altre persone che possono capirti.
Freelancecamp: è già community
Visto che la prima edizione aveva funzionato molto bene, l’anno dopo decidemmo di rifarla e di dare un assetto più stabile al progetto. Quindi, creammo un sito con un blog per pubblicare le interviste alle persone che avrebbero partecipato al Freelancecamp e, dopo la giornata del 2013, anche le slide dei talk e un resoconto delle cose che ci eravamo detti.
Il progetto è continuato: nel 2013 eravamo un centinaio, quindi circa il doppio dell’anno prima, nel 2014 eravamo ancora di più, quasi 200.
Visto che il progetto continuava a crescere, abbiamo iniziato a cercare degli sponsor, perché l’organizzazione diventava più complessa e avevamo bisogno di sostenerla anche economicamente.
Un progetto che cresce con la community
Nel 2015 è arrivata Silvia Versari, senza la quale non saremmo riusciti a gestire tutta l’organizzazione del progetto che cresceva, sempre più impegnativo da coordinare.
Sono arrivati anche Fabrizio Ulisse e Pierangelo Valente, che avevano in mente di creare una loro azienda che si occupava di produzione video, quella che da lì a poco sarebbe diventata Vudio. Fabrizio e Pier si sono offerti di registrare e trasmettere in streaming l’edizione del 2015; così abbiamo iniziato anche ad avere la documentazione video: tutti i talk del freelancecamp non solo trasmessi in streaming ma anche pubblicati su YouTube.
La videoteca del freelance
I video dei talk sono diventati ormai una videoteca di riflessioni su alcuni pilastri portanti:
- I soldi: fare i preventivi, farsi pagare le fatture, fare i budget e rispettarli, capire come allocare le proprie risorse economiche, come mettere da parte dei soldi per non restare alla canna del gas quando perdi un lavoro.
- Gli strumenti e i metodi: l’approccio alla vita e all’auto-organizzazione del lavoro, sia come approccio psicologico e modo in cui relazionarsi al lavoro, sia come strumenti pratici. Quindi: software da usare, sistemi per rimanere concentrati, per lavorare meglio, eccetera.
- Storie che insegnano. Esperienze che possono essere utili ad altri: lavorare con le agenzie, creare gruppi di lavoro, lavorare in coworking, fare progetti pro bono, e via dicendo.
Il Freelancecamp… in tour
Di tutti questi argomenti abbiamo continuato a parlare negli anni, e abbiamo anche iniziato a fare delle edizioni del Freelancecamp lontano da Ravenna. Dal 2017 abbiamo anche cominciato a fare delle edizioni in altre sedi: abbiamo fatto 3 edizioni romane, nel 2018 una bella edizione a Lecce, e avremmo voluto farne anche altre, avevamo molti progetti di edizioni locali quando nel 2020 è arrivata la pandemia, che naturalmente ha dato lo stop agli eventi in presenza.
Nel frattempo la comunità del Freelancecamp era cresciuta ancora, perché tantissime persone avevano partecipato agli eventi, o avevano seguito in streaming, o semplicemente avevano visto i video o letto le nostre newsletter.
Il lockdown, l’edizione online e nuovi esperimenti, come il Club
Durante il lockdown ci siamo trovati tutti a lavorare da remoto, cosa che per noi freelance non era una novità, anzi ne avevamo parlato molto spesso ai nostri eventi. Però insomma, peso della solitudine e isolamento si facevano sentire, e la comunità del Freelancecamp è stata un grande aiuto per tutti e per tutte.
Non era possibile fare un Freelancecamp nel maggio del 2020, a causa del lockdown, ma abbiamo organizzato una bella edizione on-line, a giugno del 2020.
E poi abbiamo deciso che era arrivato il momento di dare una configurazione stabile e permanente alla community, attraverso una membership annuale, che è partita nell’estate del 2020. È il Freelancecamp Club, con il quale facciamo una volta al mese dei workshop on line, gli ZoomClub, nei quali si impara, perché c’è una persona o alcune persone che insegnano agli altri qualcosa, e al tempo stesso si ha anche l’occasione di fare conversazione, sia con persone che conosciamo da tanto tempo, sia con nuove persone che incontriamo per la prima volta.
Lo spirito di accoglienza del Freelancecamp
Una delle cose importanti del Freelancecamp, che ha sempre caratterizzato la nostra community e i nostri eventi, è stato lo spirito di accoglienza. Anche le persone che arrivavano per la prima volta, senza conoscere praticamente nessuno, si sentono accolte, ascoltate e prese in considerazione. Ho sentito tantissime persone dire “è la prima volta che vengo ma mi ritrovo come se fossi in famiglia. Mi sento a casa, mi sento accoltə”.
Ecco, questa è una cosa che mi fa sempre tanto piacere, perché è proprio il senso profondo di questo progetto: fare incontrare le persone, unirle, fare in modo che nascano e poi si rafforzino reti, e che poi da queste nascano amicizie, a volte anche amori, e spesso, molto spesso, progetti che si fanno insieme.
Quindi con il Club abbiamo dato regolarità al nostro incontrarci: lo facciamo ogni mese on-line ma, appena è stato possibile, abbiamo ripreso a vederci anche in presenza.
Abbiamo fatto una bella edizione del Freelancecamp nel settembre del 2020 in campeggio, all’aperto, e una altrettanto bella nel giugno del 2021.
Giugno 2021: la vacanza del Freelancacamp Club
L’edizione di giugno 2021 è stata un po’ diversa dalle altre: era dedicata solo a chi è nel club, quindi alle persone che dall’estate 2020 alla primavera del 2021 hanno continuato a incontrarsi regolarmente ogni mese per imparare e per condividere. Dopo un inverno e una primavera di lockdown più o meno rigidi – e dopo avere finalmente iniziato a vaccinarci – abbiamo organizzato questa due giorni di condivisione e di amicizia, davvero, in cui abbiamo fatto il Freelancecamp, come sempre con tanti talk e tavoli di discussione molto interessanti.
Non abbiamo fatto le riprese video ma abbiamo comunque deciso di registrare quello che ci siamo raccontati, per potere condividere i talk anche con il resto della community, in pieno spirito Freelancecamp. E così è nata questa serie di postcast.
Per saperne di più sul Freelancecamp, iscriviti alla newsletter, riceverai subito “Sei lezioni per diventare freelance migliori”, una raccolta di alcuni fra i talk più interessanti e utili del Freelancecamp.
Sponsor tecnico per la realizzazione dei podcast: Deborah Ugolini – Windriser.