Fino a una settimana prima del Freelancecamp Roma, lo confesso, ero un po’ preoccupata per il numero di iscritti al di sotto dei miei obiettivi: ma come, mi dicevo, dopo che nell’edizione 2018 abbiamo dovuto chiudere le iscrizioni per limiti di capienza della location, ora che abbiamo una sede grande in grado di accogliere tante persone rischiamo di trovarci con la sala mezza vuota?
Poi negli ultimi giorni sono arrivate tantissime iscrizioni last-minute – un passaparola che ha portato alla Cartiera Latina persone che non erano mai venute prima, gente che nemmeno era ancora iscritta alla mailing list, che ha preso il suo pass il giorno prima, la notte prima, la mattina stessa dell’ultimo giorno 😮
Un’iniezione di nuove facce, storie, energie e domande: per me, un pieno di idee da mettere in ordine per progettare il 2020 e oltre.
Finalmente un’edizione made in Rome
Questa è la prima volta in cui apro un Freelancecamp senza aver fatto in prima persona lo scouting della sede, l’organizzazione dei pranzi e dell’accoglienza, la preparazione delle welcome bag: hanno pensato a tutto Fabrizio Ulisse (+ i Vudii) e Antonella De Carolis, e senza di loro davvero quest’anno non ce l’avremmo fatta a fare un Freelancecamp anche lontano da Marina Romea.
Questa è la prova che aspettavo, che il Freelancecamp lo possiamo davvero portare in giro per l’Italia (e magari, chissà, anche fuori), confidando nella capacità delle persone di prendere in mano un modello organizzativo nativamente agile, sperimentato negli anni e basato sul mettere energie e lavoro dove veramente serve: fare di tutto per aiutare le persone a mettersi in rete e imparare condividendo.
La Cartiera Latina, che sorpresa!
In mezzo al verde del Parco dell’Appia Antica, in uno spazio suggestivo e tutto da esplorare (l’anno prossimo vorrei avere il tempo di visitarlo insieme a una guida, ne vale la pena), la Cartiera Latina si è rivelata ancora più bella di quanto ci aspettassimo, e la location perfetta per un evento come il nostro.
Ascoltare tutti insieme, discutere in piccoli gruppi
I talk sono sempre interessanti e utili, chi se li è persi può recuperarli semplicemente scorrendo e aprendo il programma, ma soprattutto sono stati preziosi i momenti di networking semi-organizzati a metà di ogni mezza giornata, quando ci siamo divisi in gruppi tematici: il business plan, i contratti, il fisco, lavorare da copy, lavorare da creativi…
In un gruppo più ristretto ci si riesce a presentare, si fanno domande con meno patemi, ci si conosce veramente; poi, è chiaro, ci sono anche i momenti informali (l’arrivo, il pranzo), ma avere dei tempi dedicati alla discussione fuori dalla plenaria funziona alla grande.
Formazione + discussione
La formula “un giorno di corso, due giorni di barcamp” ci permette di offrire formazione di alto livello a un costo davvero competitivo per chi vuole chiarirsi bene le idee sui fondamentali: il laboratorio sul personal branding tenuto da Luigi Centenaro è stato prezioso, così come le lezioni su fisco di Laura Rubini e sull’organizzazione e la gestione del tempo di Chiara Battaglioni.
Un database che si conosce dal vivo
Le piattaforme di freelance alla ricerca di incarichi esistono già e sono piene di nomi e di dati, per non parlare di LinkedIn; quello che ha in più il Freelancecamp è che le persone che ci sono venute si sono viste in faccia dal vivo, si sono studiate un po’ meglio, hanno molti elementi in più per farsi un’idea gli uni degli altri e capire se sono compatibili e se ha senso provare a lavorare insieme.
Certo, mettere bene a fuoco chi fa cosa, chi era che aveva raccontato questo o quello, non è facile, soprattutto dopo che è passato un po’ di tempo; bisogna che studiamo e realizziamo, un po’ alla volta, un’estensione strutturata del nostro inventario di facce e profili, qualcosa che non stia solo nella memoria di Silvia 🥰
Quindi adesso ho una bella todolist per i prossimi mesi: mettere a terra tutti gli stimoli e le idee raccolte, non da sola ma insieme a chi mi ha aiutata in questi anni.
L’edizione più bella di sempre
Lo diciamo sempre, questa è stata “l’edizione più bella di sempre”, e resta vero per tutte le precedenti perché ognuna lo è in un modo diverso dalle altre.
In questo sta la bellezza di questo progetto: sa crescere e cambiare, perché lo fa insieme alle persone che ci sono dentro. Stay tuned, e alla prossima.