Chi sei, cosa fai, a chi puoi essere utile?
Sono archeologa con un dottorato in Topografia Antica.
Dopo un periodo di attività di ricerca in ambito universitario, ho deciso di diventare autonoma professionalmente e mi sono dedicata, oltre al lavoro di archeologa, anche alla comunicazione culturale, che nel giro di pochi anni è diventata l’attività principale.
Adesso mi occupo di strategie per la comunicazione culturale: aiuto diverse realtà (associazioni, siti archeologici, musei, eventi culturali come festival, rassegne, spettacoli) ad avere una presenza online e offline e raggiungere obiettivi di promozione e divulgazione.
Due anni fa ho creato e prodotto il podcast “BLISTER pillole culturali per non partorire stereotipi“, un progetto che racconta di figure femminili nella storia, in particolare le figure meno note per abbattere tabù e convinzioni errate, aumentando la consapevolezza (sto preparando ora la terza stagione).
Hai mai pensato di strutturare la tua crescita personale e lavorativa in un’ottica di sostenibilità? Come?
Mi sto approcciando da un anno circa a uno stile di lavoro più sostenibile nel remote working, rendendolo sostenibile sia in termini ambientali sia di relazioni umane.
Da 1 a 5, quanto è sostenibile il tuo lavoro dal punto di vista economico, di gestione dei tempi e delle relazioni?

- sostenibilità aspetti economici: 3 su 5.
- della gestione dei tempi di vita e di lavoro: 3 su 5.
- delle relazioni umane: 3 su 5.
Sostenibilità ha un ampio spettro di significati, spesso personali. Ci spieghi cosa intendi e perché hai dato questi voti?
Il lavoro da freelance non è sostenibile nel breve termine per differenti ragioni.
Innanzitutto per ragioni economiche, che non vengono riconosciute immediatamente. Questo comporta una ricerca continua di clienti e progetti, incarichi che spesso si sovrappongono nei tempi di consegna. Il rischio è il burn out con tutto quello che ne consegue e che non si risolve spesso nel breve termine.
L’organizzazione personale ha bisogno di tempo, perché richiede adattamento e studio di se stessi, degli obiettivi che si vogliono raggiungere, delle priorità personali e professionali.
Il percorso può essere più o meno lungo a seconda del contesto nel quale si opera e degli anni di esperienza.
Cosa vorresti migliorare nel tuo percorso, perché sia più sostenibile per te o per le altre persone?
Sono riuscita con fatica a definire orari e giorni di lavoro, diversificare i luoghi di lavoro, pause e socialità. Si tratta di un percorso che si affina man mano che si apprendono nuovi dettagli e si vivono nuove esperienze.
Cosa vorresti che le altre persone intorno a te cambiassero, per migliorare la qualità del lavoro in generale?
Organizzazione nel lavoro, rispetto delle scadenze, riconoscimento del tempo impiegato e delle professionalità messe in campo.
Il lavoro digitale viene spesso ritenuto effimero, alla portata di tutti e che richiede poco tempo e poche competenze. Si tratta di un lavoro come tanti altri che senza competenze, continuo aggiornamento, preparazione è futile e vacuo.
Che tipo sei?

Perché hai scelto questo personaggio?
La transizione a stili di vita più sostenibili e sani richiede tempo. :)
Nel Freelancecamp online che vorrei c’è un talk che parla di…
Podcast e cultura.
Lavori come freelance? Obbligo o scelta?
Sono Partita IVA dal 2016 e non tornerei indietro.
È stata una mia scelta: scappavo da un contesto senza futuro di crescita, alle dipendenze degli umori dei datori di lavoro.
Perché partecipi a questa edizione del Freelancecamp? Cosa ti aspetti?
Seguo i canali social e mi interessa conoscere altre professioniste e altri professionisti, il network è importante.
Scegli una canzone e dedicala a unə freelancecampista (anche a qualcunə che non conosci ma che vorresti conoscere!). Perché hai scelto proprio questa?
“Don’t Stop ‘Til You Get Enough” di Michael Jackson perché testo e musica mi danno la carica quando tutto sembra andare male :)
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