In poche righe: chi sei, cosa fai e a chi puoi essere utile.
Sono una consulente editoriale e un’autrice: lavoro per case editrici, musei e privati aiutandoli nella scrittura di testi, divulgativi o narrativi, nell’editing, nella redazione, nella progettazione di progetti editoriali. Mi occupo di narrativa, di editoria d’arte e di editoria per bambini e ragazzi.
Hai una macchina del tempo e ti incontri al tuo primo anno da freelance. Cosa ti dici?
I contatti umani sono tutto: cerca di sorridere e di’ due parole a tutti; non hai bisogno di dire qualcosa di memorabile per farti ricordare!
Come hai vissuto questo anno di lavoro e tutti i cambiamenti dovuti alla pandemia?
Ho iniziato l’anno piena di progetti: volevo occuparmi quasi prevalentemente di scrittura e cercare di mettere in piedi una rete di collaboratori. Man mano ho dovuto accettare lavori sempre più “piccoli”, molto esecutivi e poco creativi. Ma alla fine dell’anno, insieme ad alcuni ex coworker, ho messo in piedi Iglù, che è un ufficio condiviso, ma anche un “hub” che darà luogo a tante belle collaborazioni. Mi sono anche iscritta a un corso di copywriting, per non stare ferma e avere più possibilità professionali in un campo contiguo al mio, sempre fatto di parole!
Cosa ti porterai dietro di questi cambiamenti anche quando torneremo a poter viaggiare e incontrarci?
Sicuramente più sicurezza: sono riuscita a non smettere mai di lavorare, anche in mezzo a queste difficoltà, e dopo un primo momento di spaesamento mi sono rimessa in gioco con la formazione. Sono più consapevole del mio dinamismo e della mia capacità di adattamento.
Hai già partecipato al Freelancecamp?
Sì.
Scegli una canzone che per te rappresenta lo spirito del freelance. Perché hai scelto proprio questa?
Non è forse un continuo “walk the line”, il lavoro del Freelance?