L’altro giorno dentro al gruppo Facebook dei freelancecampisti una partecipante ha buttato lì una domanda, “c’è per caso qualcuno che ne capisce di MailChimp?” — così ci siamo dette, ehi, magari è arrivato il momento di dedicare un’intervista anche ai fondatori, così chi si è perso le puntate precedenti può farsi in pari. Iniziamo con Alessandra.
Alessandra, racconta un po’ a chi non ti conosce che lavoro fai
Andiamo per ordine, che qui siamo nel campionato degli slash worker :-) Il mio lavoro principale è quello di aiutare i miei clienti a usare l’email marketing in modo strategico, attraverso consulenza e formazione.
La formazione mi è sempre stata molto a cuore, così nel 2012 insieme a Gianluca Diegoli ho messo in piedi Digital Update, un progetto di formazione indipendente sui temi del digitale che nel tempo è cresciuto molto bene e adesso coinvolge molti altri colleghi, persone che stimiamo e che non sono “formatori puri”, ma professionisti competenti che sanno anche insegnare.
Coordinare Digital Update e farlo crescere è praticamente come avere una piccola impresa da gestire; infatti non lo faccio più da sola, e come sai oggi sei tu (Silvia Versari) a gestire tutta la parte operativa e seguire il customer care (santa subito!).
Oltre ai corsi in aula, due anni fa ho creato un corso online su MailChimp: anche questo è un piccolo progetto di business che va coltivato e fatto crescere, ma nel quale credo molto, perché rappresenta uno scalino importante, sia per me che per i miei clienti, in quella progressione di costo/valore di cui parlava Luca Sartoni nel suo intervento sulla negoziazione.
E poi c’è il Freelancecamp, che nel 2012, quando è nato, era un’iniziativa “leggera” da fare nel tempo libero, poi nel corso degli anni è diventato un progetto sempre più impegnativo. Anche qui, non ce la potrei fare senza Silvia, ma se faccio i conti del tempo e delle energie che mi prende, in effetti si tratta di una porzione importante del mio lavoro, soprattutto da quando abbiamo deciso di portarlo in giro per l’Italia.
Lavori da freelance?
Nel 2010 ho (ri)aperto la partita IVA come professionista, poi nel 2012 mi sono trasformata in ditta individuale, perché Digital Update è, di fatto, un’attività di impresa, e io per natura mi sento davvero una solopreneur.
Lavorare da freelance è stato (ed è) un obbligo o una scelta?
Una scelta di cui non mi sono mai pentita, probabilmente una delle migliori che ho fatto nel corso della mia vita. L’esperienza di imprenditrice a capo di un’agenzia è stata impegnativa, formativa, faticosa e sicuramente mi ha insegnato tantissime cose; e anche lavorare come dipendente, cosa che ho fatto nella prima parte della mia carriera, mi è servito per capire come è fatta un’azienda da dentro — ma non tornerei mai in quella condizione.
Da 1 a 10, quanto ti soddisfa il tuo lavoro per quel che riguarda:
- Aspetti economici: 9
- Gestione dei tempi di vita e di lavoro: 8
- Relazioni umane: 10
Come ti vedi fra 5 anni? E fra 20?
Fra 5 anni: [ancora] più “imprenditrice” di quanto lo sono adesso, nel senso che vorrei riuscire a organizzare e strutturare meglio tutti questi filoni di attività in modo da delegare alcune delle cose che faccio io e liberare una porzione più ampia del mio tempo per studiare, creare, esplorare.
Fra 20 anni ne avrò più di 70, sarò un’anziana e rispettata signora della rete che passa metà del suo tempo viaggiando, e mi intervisteranno per preparare il mio coccodrillo :-D
Perché vieni al Freelancecamp?
Perché ancora non mi sono stancata di organizzarlo, anzi voglio vederlo crescere un altro po’!
Sto iniziando a preparare il mio talk, in cui vorrei condensare un po’ di quello che ho imparato dalla mia esperienza e da quelle che abbiamo incontrato in tutti questi anni, sulla gestione del proprio progetto di lavoro indipendente: una specie di Bignami del Freelancecamp.
E ora, giochiamo un po’.
- Che libro non può mancare nella biblioteca dei freelance? Business Model You, che resta un framework di analisi utilissimo per ragionare su di noi e sul corso che vogliamo dare alla nostra vita lavoratica.
- Quando viaggi per lavoro, cosa non può mancare nel tuo bagaglio a mano? La borraccia dell’acqua, odio la plastica usa e getta.
- Quale app vorresti cancellare dal tuo smartphone? Facebook e Twitter, e ogni tanto lo faccio.