Che lavoro fai?
Sono una grafica, ma per confondere le idee (o chiarirle) spesso dico solo che mi occupo di comunicazione visiva. Perché un grafico passa dalla progettazione di brand identity a roba per l’editoria, al disegno di siti e interfacce. La faccenda è sempre la stessa: la comunicazione e il visual design.
Faccio parte del consiglio direttivo di Acta, l’associazione dei freelance: contribuisco alla comunicazione come designer e coordinatrice, insieme a altri.
Lavorare da freelance è stato (ed è) un obbligo o una scelta?
Ho sempre voluto lavorare da freelance! Ho aperto la partita IVA a 24 anni, dopo gli studi e un’esperienza da dipendente, che ho lasciato. Come tutti, i primi anni per farmi le ossa ho lavorato all’interno di studi, agenzie, case di produzione – con modalità contrattuali diverse. Dal 2005 sono felicemente freelance.
E proprio perché la ritengo un’ottima condizione lavorativa, ho deciso di impegnarmi in Acta, associazione di volontari. Due parole chiave, queste:
- associazione = tutti insieme si collabora, si decide, si evolve
- volontari = non è un obbligo per nessuno, il che ha i suoi svantaggi ma anche il benefico apporto che solo le motivazioni personali e le passioni sanno dare.
Da 1 a 10, quanto ti soddisfa il tuo lavoro per quel che riguarda:
- Aspetti economici: il lavoro in Acta, è non profit, ma cominciamo a organizzare collaborazioni (in parte) retribuite. Come freelance 7.
- Gestione dei tempi di vita e di lavoro: il lavoro volontario si incastra tra professione e vita privata, incrementando reti e interessi ma fagocitando tutto senza tregua!
- Relazioni umane: 9
Cosa vuoi fare da grande?
Come professionista, oltre a far crescere la mia attività, mi piacerebbe sperimentare una nuova modalità di lavoro, l’imprenditoria o il lavoro all’estero. Una cosa diversa da quello che conosco, insomma, mi affascina l’idea di cambiare punto di vista.
Riguardo all’associazione, vederla crescere e contribuire al raggiungimento dei maggiori obiettivi: definitiva riduzione dei contributi pensionistici e sostegno della malattia grave dei freelance. Passare poi la palla a giovani baldanzosi.
Il tuo speech parla dell’impegno di Acta per le soluzioni concrete: “Scegliere il regime agevolato. Serve una mano?”
La materia è davvero vasta, con lo speech vorremmo provare a dare qualche dritta per districarsi nella selva dei regimi – forfettario vecchio e nuovo, semplificato, minimi -: quale regime agevolato è il più conveniente per me? E perché? Facciamo due conti con Acta, che a fine settembre dobbiamo comunicare una scelta al commercialista!
Plus: vi presento il neonato gruppo di Acta Emilia Romagna!