Quest’anno abbiamo un nuovo sponsor, assai gradito. Doc Servizi può essere la risposta a tante lamentele che si sentono spesso al #Freelancecamp: non so come gestire le mie tasse – ogni volta una sorpresa e un salasso, non so fare recupero crediti, non so come promuovere il mio lavoro.
Per capire meglio come funziona abbiamo intervistato Demetrio Chiappa, presidente della cooperativa.
Ciao Demetrio. “L’arte si fa valore”: cos’è Doc Servizi e com’è nata?
Doc Servizi è nata nel ’90 per colmare alcuni vuoti normativi nel settore dei lavoratori dello spettacolo. La mancata conoscenza delle norme previdenziali e fiscali del settore artistico, legata alla precarietà della professione artistica in genere, comportava un alto tasso di illegalità e lavoro sommerso. Abbiamo dimostrato durante questi 26 anni che andare in regola conviene, anche oggi, perché quando indossi il vestito giusto non hai limiti alla crescita e allo sviluppo.
Attraverso la cooperativa abbiamo creato un sistema di regolarizzazione dei rapporti fiscali e di relazioni che porta vantaggi sia ai soci che ai committenti e, conseguentemente, all’intera filiera delle produzioni artistiche.
Da un primo periodo dedicato esclusivamente al settore dello spettacolo, siamo passati negli ultimi anni a svolgere attività anche nel settore della creatività (grafici, web designer, fotografia, handmade, ecc.), della formazione e didattica (doc educational con insegnanti di musica, danza, teatro, formatori anche di altri settori, ecc.), del benessere (sportivi, yoga, pilates, ecc.), e del turismo (guide turistiche, accompagnatori, operatori del territorio).
Che tipo di servizi fornite ai vostri associati?
I soci che lavorano attraverso DOC, oltre ad utilizzare una rete di contatti senza pari, godono di un affiancamento totale: innanzitutto viene valutata la forma fiscale più adeguata e conveniente, cioè se lavorare in cooperativa come soci dipendenti oppure mantenendo la propria partita IVA. La valutazione, fatta nelle filiali di riferimento (quasi 30 in tutta Italia), dipende da persona a persona, in base alle proprie condizioni personali, se ci sono possibilità di detrazioni per familiari, valutando la cassa previdenziale più opportuna e facendo un eventuale semplice calcolo di convenienza puramente economica. Poi la cooperativa provvede ai contratti, alla fatturazione anche per pubblica amministrazione, alla partecipazione per conto del socio a bandi e richieste sul Mercato Elettrocnico della P.A.
Vorrei porre l’attenzione poi sul recupero crediti, uno fra i nostri servizi più preziosi: garantisce ai soci il pagamento del compenso il giorno successivo all’incasso dal cliente. Ma abbiamo anche il centro Servizi Contabili e fiscali (contabilità, 730, ecc), l’agenzia viaggi, l’ufficio formazione e sicurezza, il centro studi e, infine, lo shop on line dove tutti i soci possono vendere i propri prodotti: sono una serie di servizi paralleli gratuiti che la cooperativa ha messo in campo per favorire l’attività professionali di ogni singolo socio.
La cooperativa infine fornisce ai propri committenti e clienti i servizi che i vari soci realizzano: artistici, musicali, tecnici, ma anche servizi fotografici, web, design, e tutti i servizi tipici delle imprese culturali e dell’industria creativa.
Quest’anno vi siete proposti come sponsor del Freelancecamp. Perché vi interessa un evento dedicato ai freelance?
Perché le risposte date ai lavoratori dello spettacolo e della cultura sono le stesse di cui hanno bisogno tutti i freelance.
La fiscalità dei liberi professionisti è predisposta per avvocati, notai, commercialisti e persone con casse previdenziali autonome e che sono stanziali in ufficio. Oggi invece i lavoratori autonomi – esclusi gli iscritti agli ordini professionali – sono soprattutto professionisti atipici, con alto tasso di precarietà costretti a frequenti e quotidiani spostamenti. Di conseguenza, i parametri e gli studi di settore che costringono a dichiarare redditi mai raggiunti, oltre alla scarsissima deducibilità dei costi di viaggi e trasferte, rendono la partita IVA uno strumento non corrispondente alla realtà.
In cooperativa tutti questi ostacoli vengono superati perché prima di erogare il compenso si deducono tutti i costi (compresa l’IVA che viene rimborsata), compresi i costi di vitto alloggio e spostamento con deducibilità al 100%, facendo in modo che sia tassata solo la quota destinata a compenso definitivo. Ora invece il freelance paga le tasse anche su molte spese che non può dedursi autonomamente.
Gli artisti hanno caratteristiche di “freelancitudine” peculiari rispetto ai lavoratori di altri settori?
Gli artisti hanno un vantaggio, rispetto agli altri freelance, che è dato dal fatto che non possono versarsi i contributi in autonomia, anche se sono lavoratori autonomi, ma devono avere sempre un terzo, datore di lavoro, che si fa carico degli oneri previdenziali (ex Enpals): quindi di fatto la responsabilità del mancato pagamento dei contributi grava sul committente e non sull’artista… A meno che l’artista non lavori in nero, nel qual caso si fa carico di evasione fiscale (come per tutti i lavoratori sommersi), ma sempre con una corresponsabilità del committente.
Per vostra esperienza, i vostri sono sono freelance per obbligo o per scelta?
Spesso sono freelance per obbligo, perché i committenti non si fidano ancora ad assumere, nonostante le nuove riforme sul lavoro abbiano allargato le maglie per poter assumere con più flessibilità.
Ma in molti casi sono freelance per scelta, per avere la libertà di lavorare con più clienti diversi, con tempi e modi a loro congeniali o semplicemente per forte desiderio di autonomia.
Quali sono le difficoltà che incontrano più spesso e come li aiutate a risolverle?
I freelance, oltre ad essere dei professionisti nel loro lavoro, devono essere anche commerciali di loro stessi per procacciarsi lavoro e commesse, ottimi comunicatori ed esperti di marketing per proporsi nel modo giusto, pragmatici fiscalisti per controllare le proprie finanze.
Doc lavora per agevolarli in tutto questo, per far sì che possano concentrarsi il più possibile su quello che davvero conta di più: la loro professionalità.
Tre esempi:
- Recupero crediti, e su questo, come già accennato, la nostra cooperativa è attrezzatissima. I soci o i freelance che entrano mantenendo la propria partita IVA non devono preoccuparsi di rincorrere i committenti per i loro pagamenti.
- Rete tra soci delle medesime professioni o ambiti professionali. Facendo parte di una stessa comunità si possono condividere contatti, esperienze e anche lavori. Si può partecipare a bandi e trovare nuove opportunità di sviluppo del proprio business.
- Gestione del pagamento delle tasse in sede di unico. Se il freelance diventa dipendente il problema è risolto a monte, se invece decide di continuare in DOC con la propria partita IVA il nostro centro fiscale lo aiuta nella gestione, informandolo lavoro per lavoro di quanto sarà la quota che deve accantonare come “tesoretto” per non avere sorprese l’anno successivo in sede di Unico.
In definitiva, Doc elimina la solitudine dei liberi professionisti lasciati a combattere con la propria P.IVA. Con oltre 5.000 soci, 30 uffici in quasi tutte le regioni, e con i servizi a disposizione, non succede più.