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Andrea Mascherini presidente Coop Reno

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Coop Reno: Andrea Mascherini e un nuovo progetto che prevedeva il futuro

Scritto da Alessandra Farabegoli il 29 Ottobre 2021
“Sii la versione originale di te stesso, non la brutta copia di un altro". Questo è lo spirito (così Freelancecamp!) che ha guidato Coop Reno quando ha pensato, prima della pandemia, al nuovo centro direzionale. Pensato proprio come un polo aggregante di creatività, un nuovo modo di pensare alla collaborazione e al lavoro, che prevedeva già molte cose che abbiamo scoperto poi...

Ciao Andrea, presentati in due righe a chi non ti conosce: chi sei tu e cosa fa Coop Reno

Mi chiamo Andrea Mascherini e ho l’onore di ricoprire la carica di Presidente del Consiglio di Amministrazione  di Coop Reno, un’impresa cooperativa che oggi gestisce 47 supermercati a insegna Coop.
Dico ho l’onore perché ovviamente in una carica del genere ci sono tante difficoltà da gestire, ma siamo una realtà che opera in comuni e territori di piccole e medie dimensioni, dove il fattore umano, sia delle mie colleghe e colleghi che della gente che ci vive, fa ancora la differenza in positivo.

Sono passati più di tre anni dalla tua ultima intervista. Considerato quel che è successo nel frattempo, sembrano molti di più! Come avete vissuto in Coop Reno i primi mesi dell’emergenza? Quali cambiamenti stabili ha portato la pandemia, nell’organizzazione e nel vostro approccio al lavoro?

La pandemia ci ha colto, come tutti, di sorpresa. Ci siamo ritrovati a gestire la paura di lavorare ma anche, a differenza di altri settori, la responsabilità di mantenere aperto un servizio utile per le nostre comunità che, come dicevo poc’anzi, sono realtà di poche migliaia di abitanti, in cui magari noi siamo l’unico supermercato presente.

Pensa che nei primi mesi, marzo e aprile del 2020, abbiamo assunto 164 persone per far fronte alla domanda di beni alimentari dei nostri negozi.

E, dal tuo osservatorio, come sono cambiati i consumi e i comportamenti delle persone?

Quello che è successo in questi ultimi 2 anni vale sicuramente la scrittura di un libro, perché i consumi sono cambiati più volte.

Nel primo periodo tutti compravano qualsiasi cosa, e ci ricorderemo per anni le famose corse a lievito di birra e farine.

A distanza di un anno, buona parte dei clienti ha spostato i propri consumi su prodotti di alta qualità e prezzo alto, forse perché il perdurare della chiusura dei ristoranti ha creato in molti la frustrazione dal non potersi godere un momento di gioia culinaria. E allora ci dicevano: “non posso andare a mangiare fuori, almeno mi tolgo la soddisfazione di mangiare il filetto anziché le polpette”.

Oggi, dopo 2 anni, siamo in una situazione di polarizzazione, c’è chi cerca il prezzo più basso a discapito della qualità degli ingredienti (non a caso stanno aprendo discount a raffica) e c’è invece chi fa più attenzione al biologico e alla buona cucina, e acquista con attenzione quello che compra. Di sicuro c’è più abitudine a continuare a frequentare il negozio anche piccolo sotto casa, invece dei grandi centri commerciali.

So che sono in corso i lavori per la vostra nuova sede Coop Reno. Il progetto, quando me l’avete presentato, mi è subito sembrato bellissimo. In particolare mi piace lo spirito con cui l’avete fatto partire: “Sii la versione originale di te stesso, non la brutta copia di un altro”. Ce lo racconti?

Il progetto è nato qualche mese prima dello scoppio della pandemia, ma già strizzava l’occhio a un futuro che ci immaginavamo diverso anche per il modo di lavorare e di essere impresa sul territorio.

Infatti, abbiamo indetto un Concorso di Idee nel quale abbiamo chiesto ai partecipanti un progetto di rigenerazione urbana di un terreno dismesso all’interno dell’area artigianale e dell’outlet di Castelguelfo, alle porte di Bologna.
Questo progetto doveva avere al centro dei concetti chiave:

  • Identitario
  • Colorato e luminoso
  • Dinamico e flessibile
  • Eco friendly
  • Inclusivo.

Il progetto vincente è stato realizzato in collaborazione da due studi di architettura, Politecnica di Modena e FabricaLab di La Spezia. Oltre a rispondere a tutti i nostri desiderata, ha la forma di una pianta, le cui gemme o frutti sono gli edifici del progetto. Quale simbolo migliore per una cooperativa che nasce sul territorio e cresce come un pianta?

A che punto sono i lavori? Quando potremo inaugurarlo insieme? 

I lavori stanno andando molto bene, le tre gemme principali della nostra pianta sono complete, nel senso che hanno già raggiunto il tetto. Ora inizia la fase di completamento degli impianti, che hanno un ruolo fondamentale nel progetto, perché tutto il centro sarà NZEB cioè a impatto energetico quasi zero, grazie all’impianto di 60 Kw di pannelli fotovoltaici e tutte le nuove tecnologie che abbiamo scelto, che riducono i consumi e gli sprechi.

Tutto sarà pronto per “sbocciare” la prossima estate, sarà bello presentare non solo gli edifici ma la nostra idea di centro direzionale, un posto che è fatto e progettato non solo per chi lavora in Coop Reno ma anche per il mondo dell’innovazione e ricerca. Infatti abbiamo dedicato una gemma della pianta per ospitare start up, liberi professionisti e progetti universitari.
Inoltre avremo un auditorium ad anfiteatro che conterrà fino a 280 posti, dove potremmo organizzare e ospitare eventi con le tecnologie più avanzate. Ma soprattutto dove potremo applicare la voglia di confrontarci, immaginare e disegnare un futuro, mettendo insieme competenze e creatività

A questo proposito faccio a te e a tutti i freelance un invito: considerate il nostro centro, i nostri spazi, come una “casa accogliente” dove ritrovarci per fare progetti insieme, per condividere idee, per stare insieme e per tornare a usare la parola “contaminazione” non legata a qualcosa di sanitario, ma qualcosa di bello.

In questi anni abbiamo sponsorizzato gli eventi del Freelance e ci fa un immenso piacere dare il nostro contributo per il decennale perché incarnate benissimo lo spirito di questo nostro nuovo centro, negli eventi ma anche nel vostro lavoro quotidiano, fatto di ricerca, innovazione, competenze sempre più specifiche.
Oltre all’auditorium avremo una scuola, un laboratorio del food, sale meeting e un parco verde dedicato agli eventi on air di oltre 2.000 metri.

Per qualunque idea di collaborazione noi Coop Reno ci siamo!

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