Dopo un anno di pandemia, lavoro domestico e forzate convivenze ormai abbiamo imparato tutto quello che c’era da imparare per sopravvivere alle nostre famiglie, e soprattutto per conciliare smart working e famiglia. E se c’era qualche relazione da rompere, sicuramente è già successo.
Abbiamo un po’ tutti superato varie fasi:
- “Ma chi è questo?”: vedersi 24 ore su 24 cambia di molto quello che vedi!
- “Ma non c’è mai un attimo di privacy in questa casa?” leggi come “ma perché non sono rimasto single?”.
- “ma sei sempre in mezzo?” ovvero “aveva ragione Schopenhauer con la storia dei porcospini”: se stiamo troppo lontani non fa bene alla nostra relazione, ma anche stare troppo vicini ci porta qualche problema.
Non solo siamo sopravvissuti, nel migliore dei casi e abbiamo anche imparato alcune strategie di sopravvivenza. Dopo aver riflettuto sulla sua esperienza e su quella di molti altri con cui ha parlato (colleghi, amici, clienti), Fabiana ha brevettato il metodo SEA, la sopravvivenza in 3 parole: spazi, energie, alleanze.
S come SPAZI
Gli spazi sono importanti, anzi, fondamentali. Quelli fisici e quelli psicologici, quelli vitali e quelli funzionali. La maggior parte delle nostre abitazioni non permettono spazi di questo tipo per tutti, tanto più che finora abbiamo organizzato lo spazio per le attività familiari e magari non per il lavoro.
Conciliare smart working e famiglia in questi ultimi tempi ha significato anche contrattare per lo spazio di casa.
Lo spazio fisico ha rappresentato il principale elemento di criticità:
- ciascuno ha / ha avuto bisogno di uno spazio privato
- ciascuno ha / ha avuto bisogno di uno spazio funzionale alle proprie attività
- non ci sono spazi sufficienti e riservati per tutti (nella maggior parte delle nostre case).
Vince il premio per la migliore soluzione una famiglia che ha deciso di ri-organizzare completamente la casa per funzioni:
- Area del silenzio: spazio dedicato esclusivamente ad attività che richiedono concentrazione, precisione e focus, come scrivere, leggere, progettare, pensare intensamente. In queste aree è strettamente vietato l’uso del telefono.
- Spazio per telefonare: tutti hanno constatato che quando le persone telefonano a lungo disturbano gli altri. Perciò è necessario allontanarsi il più possibile. Può essere per esempio la zona notte. La stanza più ordinata esteticamente può essere “prenotata” in caso di video-chiamate con interlocutori “di riguardo”.
- Lo spazio per condividere, dedicato allo scambio di domande, dibattito e chiacchiere su qualsiasi tema. A seconda dell’orario funge da angolo del coffee break, del pranzo, della cena o della merenda. Per questo è perfetto in genere lo spazio della cucina. Ciascuno si occupa di preparare (a turno) uno dei pasti/spuntini. Questa gestione è funzionale anche al fatto che la gestione per funzioni per forza di cose è sfasata nelle fasce orarie.
E come ENERGIE
Quando si è in emergenza la vita è faticosa per tutti, tutte le energie vengono investite per la sopravvivenza. Non c’è spazio per la perfezione. E – soprattutto – è fondamentale ricaricarsi almeno una volta alla settimana, per non accelerare il cedimento strutturale di tutto ciò che “dipende” da noi.
Subire un evento, una situazione, dei contrattempi, dei cambiamenti repentini farebbe perdere la calma anche a Buddha in persona.
Con il passare dei mesi ci siamo abituati ad alcune cose (tipo la mascherina, evitare le feste…), ma non a tutte (chiusure scuole, tamponi imprevisti, cosa-si-puo-fare-oggi-ma-domani-non-si-sa).
Le 3 azioni che tutti noi abbiamo dovuto fare nell’ultimo anno sono state: cambiare, adattarsi, subire. Queste sono esattamente le 3 azioni più dispendiose, in assoluto, dal punto di vista delle energie.
Ecco perché Fabiana ha stilato l’elenco delle 4 mosse per ottimizzare le energie, individualmente e collettivamente:
- Mettere in soffitta il perfezionismo.
- Fare decluttering: semplificare semplificare semplificare ogni singola cosa della nostra vita quotidiana.
- Gestire le energie e non solo il tempo.
- Ricaricarsi.
A come ALLEANZE
Il carico delle attività domestiche durante la pandemia ha mietuto vittime in tutto il mondo, soprattutto fra le donne, che in molti casi hanno abbandonato l’attività lavorativa.
Quindi abbiamo visto donne schiacciate dal carico domestico (quindi leggi: esaurite) e coppie scoppiate. Perché qui – per amor di chiarezza – non si parla solo di faccende domestiche, si parla anche di carico mentale (provate a googlare!). Uno degli effetti collaterali dello smart working, e della difficoltà diconciliare smart working e famiglia, sta insidiosamente nascosto proprio qui. Il carico mentale ha un costo per il matrimonio e le relazioni, ha un costo per la carriera, ha un costo per la salute.
Ci possono aiutare quelli che Fabiana chiama “punti di svolta“, ovvero ripensare ad alcuni concetti, utili per creare alleanze familiari e condividere il carico mentale:
- Il tempo è uguale per tutti.
- Tutti abbiamo il diritto di essere interessanti.
- Farsi carico di un’attività significa: concepire, pianificare, eseguire. Non una sola di queste cose.
Si. Può. Fare.
Consiglio di lettura perconciliare smart working e famiglia
“Come ho convinto mio marito a lavare i piatti. Il metodo che risolve per sempre la divisione dei lavori domestici e riporta la gioia in famiglia” di Eve Rodsky.
Altre cose che puoi vedere su questo argomento:
Conciliazione e work-life balance
- Il work-life balance assomiglia all’unicorno rosa… o esiste davvero? – talk di Fabiana Palu al Freelancecamp Marina Romea 2020: Il lavoro non è un posto, è uno spazio in cui esprimersi. Sfatiamo alcuni miti con alcuni esercizi, vi svelo quello che so sulla formula magica dell’equilibrio, e qualche consiglio facile facile per migliorarlo.
- Freelance che telefonano nel bagno – talk di Benedetta Gargiulo al Freelancecamp Marina Romea 2019: 10 punti per imparare a integrare la gestione dei figli con quella del lavoro, per freelance genitori o futuri genitori.
Self management: strumenti per organizzarsi meglio
- Non solo to-do-list: le 7 liste anti-ansia per organizzare il tuo lavoro – talk di Chiara Battaglioni al Freelancecamp Lecce 2018: A volte la classica “lista di cose da fare” non basta per tenere sotto controllo il caos che ci circonda: ecco che allora possono venirci in aiuto altri tipi di liste, meno conosciute, ma non per questo meno efficaci. Una selezione di 7 liste anti-ansia pensate per il freelance incasinato.
- Il freelance organizzato – talk di Chiara Battaglioni al Freelancecamp Roma 2019: La Professional Organizer ci insegna strumenti e metodi per l’organizzazione della vita e del lavoro.
- Simplify your day – talk di Sabrina Toscani al Freelancecamp Marina Romea 2014: La giornata del freelance può essere molto complicata, cerchiamo di semplificarla.
- Io non so farlo, l’importanza di saper delegare – talk di Carlotta Borelli al Freelancecamp Roma 2019: Delegare qualche funzione ci aiuta a ottenere risultati migliori, a dormire sonni più tranquilli e a diventare più competenti, imparando da chi è più specializzato di noi.
- Enjoy Your Life! Enjoy Your (Smart) Work – talk di Francesca Ferrara al Freelancecamp Roma 2020: La pandemia ha costretto anche i freelance che già erano smart workers a rivedere la propria organizzazione: nuove routine e scalette di vita e di lavoro. Buone pratiche, alla ricerca di una qualità di vita migliore, che ci hanno supportato nei mesi difficili e che dovremmo continuare.
Dall’archivio ZoomClub
Puoi vedere i video di questo archivio solo se possiedi la tessera del Freelancecamp Club
- Agosto: lavoro mio non ti conosco. Strategie di sopravvivenza all’ansia di staccare e a quella di ricominciare. Con Fabiana Palu.