Per molto tempo il mondo delle tradizionali associazioni di categoria è stato piuttosto impermeabile alle istanze dei “nuovi lavoratori indipendenti”; negli ultimi anni però, per fortuna (o meglio grazie al fatto che siamo sempre di più e sempre più difficili da ignorare), qualcosa sta cambiando. Così quest’anno abbiamo pensato che fosse interessante per tutti ascoltare al Freelancecamp il punto di vista di CNA Professioni; cominciamo subito intervistando Roberta Gaudenzi, presidente di CNA Professioni Ravenna.
Ciao Roberta, ci racconti come e quando è nata CNA Professioni?
CNA Professioni nasce nel 2012 come evoluzione di una realtà già presente nel sistema CNA che si chiamava “CNA InProprio”.
Siamo partiti dalla consapevolezza che professionisti e lavoratori autonomi rappresentano una delle componenti più dinamiche del mondo del lavoro e una delle principali espressioni dell’innovazione lavorativa e delle forme di “artigianato” della conoscenza. Siamo molto attenti, in particolare, agli interessi dei professionisti “non ordinisti” cioè quelli che non fanno parte di “ordini o collegi”.
A questo proposito, vorrei ricordare che le nostre azioni sono state determinanti sia per l’emanazione della L. 4/13 Disposizioni in materia di professioni non organizzate, sia per l’ottenimento dei vari provvedimenti a favore dei
professionisti a partire da quelli contenuti nel Jobs Act.
CNA è sempre stata un’associazione di categoria legata al mondo del lavoro autonomo e della piccola e piccolissima impresa; in che cosa sono diversi i nuovi lavoratori autonomi dai soci”tradizionali” di CNA?
Il mondo del lavoro ha subito enormi trasformazioni da quando CNA fu fondata nel 1946 e abbiamo l’ambizione d’inseguire, anzi di anticipare, tali cambiamenti.
L’obiettivo è quello di creare un ambiente favorevole alla crescita della competitività del lavoro autonomo e dei professionisti nell’ambito del sistema produttivo. Lo facciamo supportando i freelance nella gestione degli aspetti fiscali, contabili, finanziari, assicurativi, formativi e… umani del loro lavoro. Succede sia quando questi sono espressione delle
tradizionali attività artigianali, sia quando rappresentano nuove forme di lavoro, legate in gran parte all’evoluzione scientifica e tecnologica, con la conseguente espansione della componente intellettuale della professione.
La creazione del primo Osservatorio Nazionale Permanente sulle Professioni della Legge 4/2013 da parte di CNA Professioni, tanto per fare un esempio concreto, rappresenta uno strumento conoscitivo specifico dedicato a questa parte del mercato del lavoro ed è un punto di partenza per ottenere riconoscimento pubblico e risultati concreti.
Parliamo dello Statuto del Lavoro Autonomo: da quando è stato approvato, cos’è cambiato in pratica? Ci sono parti ancora da mettere in pratica?
Nel 2017 con il Jobs Act dei lavoratori autonomi, ma anche con la legge di stabilità e quella di bilancio 2017, sono stati approvati alcuni provvedimenti a favore dei professionisti. Dalla deducibilità delle spese di formazione, assicurazione, aggiornamento e ricerca, certificazione delle competenze fino all’indennità di maternità fruibile anche nel caso in cui la lavoratrice autonoma continui a svolgere la sua attività.
Dall’estensione del congedo parentale a sei mesi (nei primi tre anni di vita) alle nuove norme sulle malattie gravi (oncologiche o degenerative) fino all’accesso ai bandi dei fondi strutturali europei.
Rimangono ancora irrisolti alcuni punti fondamentali nella costruzione di un moderno sistema di diritti e di tutele. Tra questi voglio segnalare:
- l’eliminazione dell’estensione dello split payment ai professionisti;
- l’individuazione di prestazioni sociali (per i professionisti non ordinistici in Gestione separata Inps che abbiano subito riduzioni significative del reddito) sulla falsariga degli interventi previsti dalle casse degli ordini professionali per i loro iscritti;
- l’introduzione di misure volte favorire forme di aggregazione e di organizzazione tra professionisti quali reti, consorzi, ATI, co-working per aiutarli nella crescita, nello sviluppo e nell’ottimizzazione della gestione della loro attività professionali;
- la definizione delle caratteristiche che escludono il professionista dal pagamento dell’Irap per l’assenza dell’autonoma organizzazione;
- l’individuazione di strumenti e parametri per fornire una tutela dal punto di vista economico ai professionisti, garantendo loro un compenso equo per l’attività svolta.
Ci parli anche un po’ di te? Di cosa ti occupi? Sei anche tu una freelance?
Anch’io sono una freelance. Dopo aver conseguito la laurea in Economia e commercio ho frequentato un corso post-laurea sul non profit e da allora esercito l’attività di consulente per gli enti non profit. La peculiare materia di cui mi occupo mi ha praticamente “obbligato” a diventare libera professionista.
Oggi, a oltre vent’anni di distanza dall’inizio della professione, posso dire che tale percorso nonostante le tante difficoltà, mi permette di rapportarmi con il lavoro non senza un punta di orgoglio e con la consapevolezza che, nel bene e nel male, è il “mio” lavoro.
Questa sarà la tua prima volta al Freelancecamp: cosa ti aspetti?
Appartengo a una generazione in cui si diceva che “l’unione fa la forza”. Ecco confido di ritrovare quel clima in un appuntamento in cui si riuniscono tante persone che condividono una forma comune lavorativa
E adesso, giochiamo un po’:
- Che libro non può mancare nella biblioteca dei freelance? Nonostante io disattenda per mia incapacità i consigli lì contenuti, suggerisco “Il magico potere di sbattersene il ca**o” di Sarah Knight
- Quando viaggi per lavoro, cosa non può mancare nel tuo bagaglio a mano? Carta, penna e spazzolino da denti
- Quale app vorresti cancellare dal tuo smartphone? Facebook (in questo periodo sarebbe però come sparare sulla Croce Rossa…).