freelancecamp Freelancecamp 2013
Condividi su

[chi c’è al #freelancecamp] Cinque domande a @maricler

Scritto da Gianluca Diegoli il 10 Maggio 2013

Oggi abbiamo fatto tre domande a Mariachiara Montera, in Twitter come @maricler, che nella vita lavora come freelance, è Food Strategist e PR, e il suo blog è thechefisonthetable.it

1) Ma davvero vuoi fare/fai il/la freelance? Cosa ti spinge a farlo nonostante tutto?
Sì, dai ;)

La possibilità, senza ostacoli se non me stessa, di realizzare i progetti in cui credo, di dare forma a idee che coinvolgono luoghi, azioni e persone che mi entusiasmano: essere freelance vuol dire per me vivere in una dimensione dove le energie sono centrifugate e messe sotto pressione costantemente, ma che allo stesso tempo saltellano in uno spazio enorme, dove io mi sento perfettamente a mio agio.

Essere freelance moltiplica tenacia e ostinazione per raggiungere i miei obiettivi, e il mio obiettivo è la felicità (fatta evento, collaborazione, progetto, idea).

2) Se dovessi descrivere le tue competenze (non necessariamente quelle che usi ora) in 140 caratteri, cosa scriveresti? Ironic answers admitted :)

Governo progetti mantenendo insieme i pezzi col sorriso, e li realizzo con te. Non mi fermo se non di fronte a una mousse. Ottima stenografa.

3) Come spieghi il tuo lavoro ai tuoi?

L’organizzazione degli eventi e la scrittura sono abbastanza comprensibili.

Traduco Digital Pr in Ufficio Stampa, specifico che lo mando anche ai “Giornali che sono sul web” e aggiungo che divento amica di altri blogger come me, e nessuno si spaventa.

È il lavoro sui social che lascia più perplessi, e qui lo spiego come “Cerco immagini e frasi golose e le pubblico su Facebook”.

Soprattutto loro non capiscono come possa guadagnare qualcosa dalle frasi carine su Facebook :-)

4) Sei il ministro del lavoro e hai solo un decreto per i freelance, ovviamente di 140 caratteri massimo: cosa ci scrivi?

(Succede in Olanda) Sgravio fiscale per i primi due anni di circa 2000 euro. Ma anche pizze digeribili e un’alternativa vegetariana nei bar.

5) il posto in cui ti piace lavorare e il posto in cui detesti farlo (senza limiti alla fantasia)

Banalmente, amo lavorare da casa, dove posso ascoltare la musica che voglio e fare i grattini ai miei gatti ogni volta che voglio (sì, pubblico foto di gatti su Instagram).

Detesto – e con questa frase entro ufficialmente nella vecchiaia – trovarmi in bar con musica dal volume assurdo (e magari anche teenager rumorosi), ma spesso sono gli unici che hanno il free wi-fi.

Grazie Maricler! Vi siete iscritti e volete rispondere alle domande per presentarvi qui? Mandatele a gianluca chiocciola diegoli punto com :)

Newsletter

Iscriviti e ricevi subito il corso Diventare freelance migliori