Che lavoro fai?
Faccio cose in Scintille, Digital Agency a Treviso, nata ad inizio 2014 anche grazie ad una chiacchierata con Alessandra [Farabegoli]. Ma nel web ci sono dal 2000, avventura iniziata in Dada (quelli che crearono supereva.it, per intenderci).
Cerco di farlo responsabilmente, pensando a come rendermi utile ai miei clienti. Insomma, mi piace fare bene il mio lavoro nella bolla dei loro interessi e dei loro obiettivi. Passo molto del tempo a cercare di redimerli dalle cattive idee, a volte ci riesco e a volte no.
Lavorare da freelance è stato (ed è) un obbligo o una scelta?
Era un sogno che si è realizzato per necessità, e che mi ha fatto scoprire che da freelance non ero free. Per questo ho preferito non essere responsabile, o perlomeno di essere limitatamente responsabile. Freelance è un atteggiamento mentale, non un’etichetta. Sei veramente free solo se sei pazzescamente bravo, o furbo. Per quello partecipo al camp: perché mi sento freelance.
Da 1 a 10, quanto ti soddisfa il tuo lavoro per quel che riguarda:
- Aspetti economici: 5 – sono una conseguenza e non un obiettivo.
- Gestione dei tempi di vita e di lavoro: 8 – la vita sempre e comunque prima.
- Relazioni umane: 9 – siamo esseri relazionali e non possiamo farne a meno.
Cosa vuoi fare da grande?
Fare qualcosa di buono, essere qualcosa di buono per le persone e sentirmi parte di quel ciclo della vita per cui gli altri danno qualcosa a te e ti rendono quello che sei, poi tu ti dai da fare per restituire quello che hai avuto.