freelancecamp Marina Romea 2020

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Gente del Freelancecamp: Barbara Summa

Scritto da Silvia Versari il 14 Agosto 2020
Seguo Barbara in rete da tantissimo tempo, soprattutto adoro il suo alter ego Scialba Della Zozza. Fa talmente tante cose che la presentazione migliore trovo proprio sia quella che fa di se stessa: "Parlo inglese, olandese, polacco per lavoro e anche francese, russo e spagnolo per socializzare. Parlo e basta, in generale, se qualcuno mi dà corda".

In poche righe: chi sei, cosa fai e a chi puoi essere utile.

Costruisco ponti di interculturalità tra Benelux e Italia (con deviazioni occasionali per la Polonia) con la mia agenzia, Madrelingua, che ha sede ad Amsterdam dal 1998.

Sono traduttrice, interprete di conferenza, trainer e scrivo (in italiano, inglese e olandese). Negli ultimi anni queste competenze si sono condensate anche in organizzazione di eventi (soprattutto nel settore enogastronomico) e consulenze per chi vuole aprire un’attività nei Paesi Bassi. Durante un interpretariato, da astemia che ero, ho preso il diploma di sommelier AIS.

Quest’anno ho aperto la mia summer School di Madrelingua a Ofena, un borgo nel parco del Gran Sasso in Abruzzo, e oltre a organizzarci i miei corsi residenziali di italiano e cucina, lo uso come base per i miei tour etnogastronomici della regione. La struttura, che è una casa medievale nelle mura del borgo, è anche a disposizione per eventi e corsi altrui, feste, weekend di meditazione, team-building ecc. (Un’idea per un freelancepark, anybody?).

In rete sono attiva dal 2005 come Mammamsterdam e con il mio alter ego Scialba della Zozza.

Ho pubblicato: “Statale 17, storie minime transumanti” con Exorma

“La risposta del cavolo, guida semiseria per genitori disperati alle domande dei figli su sesso e società” sempre con Exorma

“Guida affettuosa al piacere del vino” con Pianopiano Book Bakery

Dal 2013 convivo con una diagnosi di ADHD che, sinceramente, spiega tante cose.

Parlo inglese, olandese, polacco per lavoro e anche francese, russo e spagnolo per socializzare. Parlo e basta, in generale, se qualcuno mi dà corda.

Che conseguenze ha avuto e sta avendo l’emergenza Covid-19 sul tuo lavoro?

Mi è cambiato il target: traduzioni e interpretariati che già erano moribondi sono del tutto scomparsi, in compenso sono ripartiti bene i corsi di olandese per italiani su Zoom, cosa che da un paio di anni zoppicavano per problemi di tempi e orari per le lezioni in presenza. La Summer School in Abruzzo per cui avevo iniziato ad avere iscrizioni da parte di olandesi sta invece lavorando bene come B&B per italiani in fughe brevi per il weekend.

Comunque l’impatto sugli introiti è stato pesante.

Hai già partecipato al Freelancecamp?

No.

Che bello! Primo Freelancecamp e ci porti un talk! Di cosa ci parli?

Oltreconfine: interculturalità, dritte ed errori per chi lavora con l’estero“.
È la globalizzazione, bellezza. Persino il mio meccanico pachistano ad Amsterdam parla italiano.
E tu o i tuoi clienti, come ve la cavate oltreconfine? Il tuo sito, i tuoi moduli di iscrizione, le tue procedure di pagamento, la tua business etiquette reggono il confronto con clienti o partner stranieri? Sai cosa fare per incoraggiarli a lavorare con te o respingerli?
In questo talk racconto come acquisire una sensibilità inter e multiculturale, e gli errori o i pregiudizi che puoi ancora volgere a tuo favore. Ti dico chi sono i teorici della cross-cultural communication a cui mi affido e cosa sapere per gestire la diversità.

Da quanto tempo lavori come freelance? È stata una tua scelta o un obbligo? Torneresti indietro?

Ho scelto di mettermi in proprio nel 1997. Con il senno di poi (diagnosi di ADHD) mi sono resa conto che fingere di essere neurotipica lavorando in grossi gruppi di persone tutti i giorni dalle 9 alle 17 mi prosciugava di tutte le energie, che invece, gestendomi in proprio tempi, incarichi e clienti, mi permettono di fare il triplo se autogestita.

E con il senno di poi e la vecchiaia incombente io so di non poter tornare indietro.

Perché parteciperai al Freelancecamp?

Mi aspetto un tuffo a casa per poter rincontrare o conoscere dal vivo le moltissime persone con cui interagisco online da più di – gulp! – un decennio e conoscerne di nuove. Ci vengo soprattutto per l’esperienza e poi perché in un momento di cambiamenti per tutti come questo, imparare cose nuove, avere spunti e fare network mi sembra fondamentale.

Scegli una canzone che per te rappresenta lo spirito del freelance.

Mi piace perché è allegra e trascinante e perché inizia dicendo: “sai che c’è? magari non ho le mosse buone ma so perfettamente quello che faccio, non posso farne a meno e quando ballo mi sento sexy.” E strada facendo si tira dietro altra gente, che improvvisamente non possono più farne a meno neanche loro, saltano sul tavolo e cominciano a ballare anche loro. Fare il free-lance spesso è fare da battistrada per cose che sono nelle tue competenze e intuizioni, ma gli altri ancora non vedono (ma poi, ragazzi, quando le capiscono e le vedono, ti seguono per sempre).

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