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Banca Etica sostiene il Freelancecamp: Andrea Tracanzan

Scritto da Alessandra Farabegoli il 21 Maggio 2019
Io voglio bene a tutti i nostri sponsor, ma di Banca Etica vado proprio fiera. Banca Etica dimostra, nei fatti, che maneggiare il denaro non significa necessariamente sporcarsi con lo sterco del diavolo, e che è possibile farlo restando umani: non necessariamente santi, ma avvicinandosi un passo alla volta a una versione migliore di noi. È uno dei leit-motiv che hanno attraversato tutti questi anni di Freelancecamp, così sono davvero felice che quest'anno, oltre a firmare i nostri zainetti, saranno con noi al Boca.

Ciao Andrea, e ben tornata Banca Etica al Freelancecamp. Quest’anno riuscirete a venire a trovarci di persona?

Certo, ci vediamo venerdì 24!

Banca Etica ha appena compiuto 20 anni: in questi due decenni, qual è il bilancio della finanza etica in Italia? Si è creato uno spazio per una gestione diversa della ricchezza, o resta un fenomeno di nicchia?

In 20 anni Banca Etica ha registrato una crescita costante su tutti gli indicatori: numero clienti (circa 60.000), soci (oltre 42.000), raccolta di risparmio (1,5 miliardi di euro), finanziamenti accordati (1,3 miliardi di euro), ecc…
Siamo partiti dal basso e da zero e oggi lavoriamo in due paesi (Italia e Spagna), siamo un gruppo bancario con Etica SGR, facciamo microfinanza nel Sud del mondo con partner di altri paesi e siamo in oltre 300 persone a lavorare a questo progetto. Dal punto di vista della nostra impresa cooperativa c’è grande soddisfazione per aver trasformato un sogno in una realtà solida e in continuo sviluppo che serve persone, imprese e organizzazioni che vogliono scegliere un uso responsabile del denaro e dà credito a migliaia di iniziative che migliorano l’ambiente e la comunità, promuovono la cultura o facilitano l’inserimento lavorativo di persone in situazione di fragilità.

Diciamo che abbiamo dimostrato che fare finanza al servizio dell’economia reale e sostenibile si può fare. Insieme a Banca Etica è cresciuta la consapevolezza, complice anche la crisi finanziaria del 2008, che la finanza ha un grandissimo potere e influenza le nostre vite in base a come orienta le risorse che raccoglie. Quando Banca Etica è nata, la sostenibilità economica, sociale e ambientale del sistema finanziario era argomento per pochi appassionati. Oggi moltissime banche hanno colto l’opportunità di mercato e di posizionamento, proponendo alla clientela prodotti finanziari green, o a impatto sociale. È un’ottima notizia, ma richiede un’attenzione particolare per evitare che le strategie di marketing prevalgano sulla necessità di operare un vero cambiamento sostanziale.

Per chi lavora da solo o in piccolissime aziende, il rapporto con la banca è importante. Banca Etica ha nel suo radar anche i freelance, o vi concentrate soprattutto su cooperative e piccole aziende “tradizionali”?

Il nostro mondo di riferimento originale è quello del non profit, ma già da diversi anni lavorano con noi imprese, start up, ditte individuali e freelance. Siamo sempre più trasversali, perché l’attenzione alle conseguenze non economiche delle azioni economiche ha contagiato tanti settori della società. Le nostre proposte cercano di essere chiare sui costi e i servizi offerti, con l’obiettivo di incontrare le esigenze di diverse tipologie di operatività. 

C’è qualche elemento dello “spirito freelance” che vorresti portare in Banca Etica?

Dello “spirito freelance” che da sempre traspare dalla vostra iniziativa ho sempre apprezzato l’energia e l’attitudine a non rinchiudersi nelle zone di comfort per aprirsi a nuove progettualità con passione e competenza.

E qualche elemento del “carattere aziendale” che vorresti trovare anche nei freelance con cui collaborate?

Sicuramente la voglia di cambiare le cose e manifestare i propri valori di riferimento. 

Sito Banca Etica * Pagina Facebook * Twitter * LinkedIn di Andrea

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