Ciao Giulia, in poche righe, raccontaci chi sei e cosa fai in Apropos.
Sono community manager e organizzatrice di conferenze tecniche, eventi dedicati al mondo dello sviluppo web. Immaginate un po’ l’atmosfera e la community di un Freelancecamp… ma in cui le persone che partecipano sono nerd!
In Apropos ci occupiamo di tutti gli aspetti organizzativi, amministrativi, di regia degli eventi. Siamo un piccolo team, da sempre asincrono e dislocato. La principale community con cui lavoriamo è il GrUSP.
Prima di approdare qui, sono stata freelance e ho partecipato spesso al Freelancecamp, anche come speaker. Non serve sottolineare quanto sono felice di essere di supporto al mio evento preferito!
Parlando in particolare di Apropos: a che tipo di freelance serve ciò che fate?
Se sei freelance nell’ambito della programmazione web, puoi formarti e incontrare la community che condivide i tuoi interessi partecipando alle conferenze e alle Masterclass di GrUSP.
Siamo i tuoi partner perfetti se sei manager/organizer di community e di eventi, perché abbiamo le competenze (e tanta esperienza) da mettere in campo per te.
E ancora, se ti occupi di gestione di programmi di formazione in ambito manageriale e tech (programmazione, DevOps, software engineering…), abbiamo delle ottime proposte di training in azienda da farti.
Come mai avete deciso di sostenere il Freelancecamp?
È un evento che amiamo e al quale siamo onorati di poter portare il nostro contributo!
Sia io che Francesco Fullone, uno dei soci fondatori di Apropos, siamo affezionati al Freelancamp da tanti anni; forse ci siamo addirittura conosciuti al Freelancecamp (eravamo entrambi speaker, nel 2016).
E partecipare è stato un passaggio fondamentale per la mia crescita professionale e personale: la passione per il lavoro che faccio non può prescindere dalla mia esperienza qui.
Hai una macchina del tempo e ti incontri al tuo primo anno da freelance. Cosa ti dici?
Abbi fiducia, e continua a seguire il tuo istinto senza paura. Questo è l’inizio di un viaggio che ti porterà dove non ti aspettavi, goditi ogni curva e ogni paesaggio.
Come hai vissuto questo anno di lavoro e tutti i cambiamenti dovuti alla pandemia?
In apnea, respirando male, ma senza smettere di guardare avanti. Sono profondamente grata di lavorare con un team di persone straordinarie che allo stesso modo hanno continuato a dare il loro meglio, navigando l’incertezza con tanto coraggio. Ci siamo reinventati, giorno per giorno, e senza poterci mai vedere perché viviamo in 5 regioni diverse.
Cosa ti porterai dietro di questi cambiamenti anche quando torneremo a poter viaggiare e incontrarci?
Ho imparato moltissimo in questo anno. Ho fatto il pieno di nuove competenze, idee, consapevolezze; non saprei da dove iniziare l’elenco – e forse molto deve ancora sedimentare, visto che il turbinio non è affatto finito.
Mi porto dietro – e dentro – dei “mantra” personali, semplici e abbastanza scontati, ma che adesso hanno preso un altro sapore: mai dare niente per scontato, non guardare la cima da raggiungere ma fai un passo alla volta, coltiva le relazioni.
C’è un talk del Freelancecamp che ti ha insegnato qualcosa di utile che ti è servito durante l’emergenza Coronavirus?
Deborah Ugolini, “Guarda bene quello che ti sto per dire”.
Uno dei miei talk preferiti, che mi emozionò allora e che va visto perché trovo si adatti benissimo alla situazione attuale.
Mai come oggi possiamo imparare a volgere i (presunti) svantaggi a nostro favore, fino ad annullarli. Non si tratta solo delle prime impressioni che noi facciamo, ma anche di quelle che gli altri, e il mondo, fanno a noi: non possiamo proprio permetterci di fermarci alle apparenze.
E sempre, sempre verificare che non ci sia un elefante da spostare :)
Scegli una canzone che per te rappresenta lo spirito del freelance. Perché hai scelto proprio questa?
“Nuova ossessione”, dei Subsonica.
Perché tutto si muove e non si riesce – né si può – fermarsi. E allora, hop hop, saltare e ballare, e starci dentro!