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Foto di Angelo Ghigi

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Angelo Ghigi: “usciamo dalla frenesia della one-band-man”

Scritto da Silvia Versari il 17 Maggio 2023
Angelo - di nome e di fatto, come dico sempre di lui - viene al Freelancecamp dal 2012, ed è sempre la tessera numero 001 del nostro Club. Dice che che occasioni come queste permettono di ricaricarsi umanamente e dare nuova linfa alla propria professionalità.

Chi sei, cosa fai, a chi puoi essere utile?

Sono un programmatore da oltre 25 anni, specializzato in soluzioni per il web, usando soprattutto WordPress ma anche le API che permettono di integrare le varie piattaforme.
Il mio cliente ideale è una agenzia o una struttura medio/piccola, ma non disdegno progetti proposti da singoli professionisti se sono particolarmente interessanti.

Finalmente ci vediamo dal vivo! Cosa ti aspetti da questo incontro? 

Oramai ho perso il conto delle edizioni a cui ho partecipato, ma torno sempre con grande gioia, sia per rivedere quelli che nel tempo da “colleghi” sono diventati amici, sia per conoscere nuove persone che non possono che allargare i miei orizzonti con la condivisione delle loro esperienze (e spero di fare altrettanto io per loro).

Ci dici qual è per te l’aspetto migliore dell’essere freelance? E l’aspetto peggiore?

Libertà e solitudine.
Essere padroni del proprio tempo e del proprio lavoro ha un valore inestimabile, permette di avere una qualità di vita superiore alla media (quando hai raggiunto una maturità professionale e tutto gira a dovere).

La controparte è che spesso si rischia di restare isolati nella frenesia della “one man band”, per cui ben vengano i co-working, gli incontri come il Freelancecamp e le iniziative di condivisione, che permettono di ricaricarsi umanamente e dare nuova linfa alla propria professionalità.

Metti che facciamo una banca del tempo dei freelance: cosa offri e cosa cerchi?

Offro la mia esperienza pratica nel gestire aspetti informatici dei progetti, in cambio cerco tutoraggio o indicazioni su come migliorare il mio modo di lavorare (sia riguardo tecnologie che ancora non padroneggio sia su aspetti organizzativi).

Nel Freelancecamping che vorrei c’è un talk che parla di…

Esperienze di vita vissuta.
Successi e sconfitte (perché esistono anche quelle): come sono state affrontate, qual è stato l’elemento chiave, il “trucco”, che ha permesso di risolvere l’impasse.

Cosa vorresti oltre ai talk, le gite, le passeggiate, le grigliate, la spiaggia…?

Mojitos! Tanti mojitos! :D

Tizio, Caia e Francə sono al loro primo Freelancecamping. Dai un consiglio per rompere il ghiaccio.

Buttatevi! Conoscete quante più persone potete, ma soprattutto siate generos3, raccontate per prim3 chi siete, cosa vi piace e cosa vi fa tribolare e vedrete che gli altri vi seguiranno a ruota, condividendo i loro pensieri, dubbi e passioni.
Il freelancecamp è l’occasione perfetta per conoscere delle belle persone, oltre dei bravi professionisti.

Vuoi farti una domanda e darti una risposta?

A parte il lavoro, quali sono le tue passioni?
Cucinare (ma anche mangiare) e fare bricolage.
Con un lavoro basato tutto sulla testa, ho bisogno anche di opportunità per usare le mani. Con gli anni ho capito che mente e corpo sono un binomio inscindibile (magari una volta vi racconto di perché con 4 anni di studi ho preso un diploma professionale di shiatsu e non una qualche certificazione informatica).

Se facessimo il karaoke (che ti assicuro, non faremo!) che canzone canteresti e con chi? Non lo faremo mai, quindi scatena la fantasia in tranquillità :-D

Shiny Happy People” dei R.E.M., e la canterei con tutti i partecipanti al Freelancecamp!

Trovi Angelo su:

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