Ciao Anna, ci racconti cos’è Acta e com’è nata?
Acta è una associazione nata per dare rappresentanza al nuovo lavoro autonomo (nuovo per distinguerlo da quello tradizionale di commercianti e artigiani), che riunisce professioni creative e cognitive e si rivolge principalmente a imprese private e pubbliche. È nata 12 anni fa, dopo aver verificato che non esisteva alcuna forma di rappresentanza: sindacati e associazioni datoriali non sapevano neppure dell’esistenza del nostro mondo! Ed è nata dal basso, senza nessun patrocinio, su iniziativa di 20 freelancer, legati da rapporti amicali e/o lavorativi, che si sono riuniti davanti a un notaio.
Com’è la situazione dei diritti dei lavoratori indipendenti? Penso a pensione, maternità/paternità, malattia: cosa possiamo fare per migliorare le cose?
Se ci basiamo sulle leggi approvate ad oggi, la situazione è molto critica: tra imposte e contributi, se consideriamo chi è fuori dai regimi speciali, si paga quanto e più dei dipendenti, ma si hanno diritti e tutele largamente inferiori:
- nessuna reale tutela in caso di controversia con il committente o di ritardo nei pagamenti
- nessuna copertura della disoccupazione
- scarsa protezione in caso di malattia, maternità coperta ma con alcuni “buchi” (ad esempio per chi ha iniziato a lavorare solo da poco) e in misura inferiore rispetto a chi è dipendente
- prospettive pensionistiche scoraggianti non solo per il passaggio al contributivo (che interessa ormai tutti i non più giovani), ma anche a causa del fatto che i periodi di non lavoro da freelancer (per disoccupazione o malattia), a differenza di quanto accade per i dipendenti, non sono coperti da versamenti contributivi figurativi e quindi si rifletteranno sulla pensione.
Tuttavia sono ottimista: lo statuto del lavoro autonomo, che speriamo sia presto approvato, sancirà miglioramenti nei rapporti con il committente, nella tutela della malattia e nei congedi parentali. Inoltre ci stiamo confrontando con il Governo e contiamo di poter ottenere a breve, con la prossima legge di stabilità, un ridimensionamento dei contributi previdenziali e ulteriori miglioramenti su malattia e magari anche sulle pensioni.
L’appoggio dei nostri soci è molto importante in questa fase di confronto, così come lo è stato nei momenti di maggiore conflitto, quando ci ha permesso per ben 4 anni di seguito di impedire l’innalzamento dei contributi previdenziali.
Come si diventa soci Acta e cosa comporta?
Per diventare soci Acta è sufficiente versare 50 euro l’anno (30 euro se si ha meno di 30 anni) e iscriversi al nostro sito.
Acta si è tradizionalmente concentrata nel lavoro di rappresentanza degli interessi di tutti i freelancer. Negli ultimi anni abbiamo tuttavia iniziato a curare anche i servizi. I nostri soci possono accedere a convenzioni, a un servizio di consulenza online, a workshop, possono fruire di un servizio fiscale se operano in regime agevolato, possono avvantaggiarsi dell’importante partnership con SMart Italia.
Ma questo è solo l’inizio, sono in cantiere altre iniziative che favoriranno la costruzione di una vera e propria community e lo sviluppo di rapporti lavorativi al suo interno.
Per saperne di più: guarda sul sito di Acta.
Elisa Marras, del consiglio direttivo, terrà uno speech sulla scelta del regime agevolato e ci sarà un banchetto Acta: le responsabili del neonato Acta Emilia Romagna potranno rispondere alle domande.